Udiine | Sala Teatro Paddiglione 28 - Ex Ospedale Psichiatrico via Pozzuolo
21 febbraio 2002 ore 21:00
24 febbraio 2002 ore 21:00
Il Quartiere
L'Impasto torna con Il Quartiere, un'opera per parole, danza e canti, un'istantanea tagliente sulla realtà italiana recente, sulle paure, gli interessi, i razzismi, l'individualismo di una cultura politica che vince.
locandinacoreografia Michela Lucenti
canti Alessandro Berti e Michela Lucenti
Dopo la straordinaria attenzione registrata la scorsa stagione in molte città italiane
per L'agenda di Seattle (lo spettacolo che anticipava temi e tensioni tragicamente esplose la scorsa estate a Genova alla riunione del G8), torna nuovamente a Udine la Comunità Teatrale Nomade L'Impasto. Non si ferma l'intraprendenza di questo gruppo, unico fra le generazioni giovani della ricerca italiana. La loro nuova proposta si intitola Il Quartiere, un'opera per parole, danza e canti, come i precedenti lavori. Ma anche un'istantanea tagliente sulla realtà italiana recente.
Sulle paure, gli interessi, i razzismi, l'individualismo di una cultura politica che vince. Un teatro radicalmente civile, che non recita manifesti, ma parla il linguaggio contemporaneo. Uno stile implacabile per raccontare l'attualità di soldi facili, sesso veloce, pochi scrupoli e molti consumi. Un reportage sul quotidiano, fatto di figure
e frammenti ricomposti in fotografia sociale e storie di piccola corruzione, soprusi sessuali, ossessioni economiche, senza mai perdere il senso dell'ironia e la sincerità della rabbia.
Se il teatro politico gode oggi di scarsa popolarità, Michela Lucenti e Alessandro Berti, le due anime dell'Impasto, lo riscoprono partendo dal proprio corpo e dalla propria cultura, impastando davvero suoni, movimenti, parole, canzoni e danza, rock e rap, dentro uno spettacolo esplosivo, che ancora una volta mostra il loro coraggio politicamente scorretto.
Eccoci qua noi trentenni, né disillusi dal '77 (avevamo 6 anni) ma neanche sedotti da Mediaset, né istituzionali né anarchici, né troppo risparmiatori né spreconi, generazione in bilico sul baratro di un incerto presente che ci chiede di schierarci.