Udine | Capannone ZAU
26 novembre 1997
28 novembre 1997
Manes
Manes è l'ultima creazione di La Fura dels Baus, la compagnia di Barcellona che da dieci anni sconvolge il pubblico di tutto il mondo con i suoi spettacoli di guerriglia urbana.
locandinauna creazione La Fura dels Baus, Rafel Vives, Nico Nubiola
direzione degli attori Rafel Vives
progetto scenografico e attrezzeriea Nico Nubiola
Fa tappa a Udine il teatro più innovativo degli anni Novanta. Se ne sono accorti in questi giorni gli spettatori che del teatro amano tutto ciò che in scena equivale a ricerca, sperimentazione, anche provocazione.
Manes è l'ultima creazione di La Fura dels Baus, la compagnia di Barcellona che da dieci anni sconvolge il pubblico di tutto il mondo con i suoi spettacoli di “guerriglia urbana”, adrenalinici e ad alta tensione fisica ed emotiva.
Chi del teatro ama la vitalità dei nuovi linguaggi e delle nuove tecnologie, e crede in un teatro capace di mettere in gioco anche gli spettatori, assicura che l’occasione è da non perdere: della stessa idea sembrano essere le centinaia di persone che hanno prenotato la loro presenza allo spettacolo al Centro Servizi e Spettacoli di Udine, promotore della Stagione di Teatro Contatto, che ha scelto proprio il gruppo catalano, per aprire, all’insegna di un grande evento, la propria stagione di teatro di ricerca.
Inventori di un teatro che si ispira chiaramente alla tradizione del teatro di strada, rinnovata da una ricerca sui linguaggi pluriartistici, gli enfant terribles della Fura dels Baus - una ventina di attori “atleti”, scatenati e irruenti - si esibiscono a Udine in un capannone della zona annonaria. Questo sia per esigenze connesse all’estetica del gruppo - legatissima alle suggestioni dell’immaginario industriale e trash - ma sorprattutto per la necessità di avere a disposizione grandi spazi (ricordiamo le prime storiche esibizioni della Fura alle ex acciaierie Ansaldo di Milano, negli anni in cui il gruppo si rivelò anche in Italia) dove dare vita ad uno spettacolo che prevede sempre la condivisione della scena fra attori e pubblico. Niente sedie e poltroncine quindi, niente platea per chi prenderà parte allo spettacolo. Il pubblico invece sarà invitato in un grande spazio che assomiglia al recinto di un pollaio per seguire lo spettacolo in forma itinerante, in una vera e propria migrazione direzionata dalle azioni degli attori e da una mobilissima regia fatta di fasci luminosi.