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A Mestre si cambia

Dieci quadri teatrali a duecento anni di distanza dal trattato di Campoformido

locandina
anno
1996
testo
Paolo Patui
regia
Paolo Patui
interpreti
Francesco Accomando, Manuel Buttus, Giorgio Monte, Claudio Moretti
scene/luci
contributo scenografico di Stefano Perocco, Massimo Teruzzi, Andrea Tosolini
disegno luci Alberto Bevilacqua
e...
contributi vocali e corporei Mara Contardo, Alberto Gubian, Riccardo Mattei, Maurizio Persello, Angela Vanone, Rodolfo Zanaro
produzione
Centro Servizi e Spettacoli di Udine
in collaborazione con Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

D'accordo. L'obiettivo non era affatto la costruzione di un dramma storico, di una rievocazione di fatti e awenimenti d'epoca. Piuttosto quello di una contaminazione. La prima - e più evidente - quella fra tre opere scritte in epoche diverse, in stili differenti, con finalità persino opposte; eppure da sottili affinità accomunate. Mescolare le massime universali presenti nel Barone Rampante di Calvino alla narrazione segnata dalla malinconia dell'ottuagenario immaginato da Nievo è stato un gioco piacevole e arricchitosi di nuovi stimoli quando a questi due riferimenti letterari si sono aggiunte alcune lettere di Jacopo Ortis. Questo intreccio di storia ufficiale e di storie individuali s'è andato via via rafforzando grazie all'introduzione di stralci prelevati da bandi e decreti, lettere e diari del Friuli a cavallo fra '700 e '800. Così a duecento anni dal trattato cosiddetto di Campoformido, abbiamo scoperto in noi la poca voglia di celebrazioni e il forte desiderio di raccontare questo pezzo di storia del Friuli senza gusti cronachistici, ma con il piacere di stuzzicare le coscienze di oggi.
Perchè è vero che il Friuli di allora venne attraversato dalla formidabile ventata di novità che i soldati francesi trascinarono fino alle nostre terre di fine Settecento.
Ma è anche vero che si capì solo più tardi che di un altro padrone si trattava. Di questa terra perseguitata da padroni sconosciuti abbiamo voluto parlare, in A Mestre si cambia. Di questa terra pronta a celebrare i Veneziani, alla stessa stregua dei Francesi e degli Austriaci e nel contempo così poco attenta e innamorata di se stessa abbiamo voluto dire in questo spettacolo, fatto con i pezzi della storia di quell'epoca, ma che non solamente a quell'epoca vuole alludere. Altre parole d'ordine? Nessun folklorismo, nessuno spettacolo in costume; trattare questo pezzo di storia con la lievità di una fiaba, nella speranza di attirare in questo dibattito anche i giovani friulani di oggi.

Immagini

Tournée

prima assoluta

13 dicembre 1996

Udine, Teatro San Giorgio