Essere costretti a lasciare il proprio paese, affidare il proprio destino al mare in balia delle onde e della schiuma.
Ai genitori di Moun, il loro paese, in preda alla follia della guerra, sembra ormai non offrire nessun futuro. Con un atto disperato decidono di consegnare la loro unica figlia al mare, nella speranza che lontana dalla guerra, possa avere una vita migliore, una salvezza.
A Contatto TIG Teatro per le nuove generazioni del CSS di Udine approda in visione riservata per le scuole dell’infanzia e primarie Moun, portata dalla schiuma e dalle onde del Teatro GiocoVita, spettacolo che parla d’amore e riconoscenza tratto dall’omonimo libro di Sophie Rascal, in programma martedì 4 e mercoledì 5 aprile al Teatro Palamostre di Udine e giovedì 6 e venerdì 7 aprile al Teatro Pasolini di Cervignano.
Moun, diretto da Fabrizio Montecchi e interpretato dall’attrice Deniz Azhar Azari, che sul palcoscenico si confronta con molteplici linguaggi dal teatro d’attore, d’ombre e a quello della danza, affronta con serenità e con struggente poesia tematiche delicate e dolorose come il distacco dalla propria famiglia e terra, l’adozione, la nostalgia e la costruzione di sé. La leggerezza poetica è resa sulla scena da immagini d’ombra dai toni pastello, acquarellati, e dai ritmi calmi e distesi, resi attraverso le sagome realizzate da Nicoletta Garioni e ispirate alle illustrazioni del testo. Le coreografie sono di Valerio Longo, i costumi di Tania Fedeli, le luci di Anna Adorno e le musiche curate da Paolo Codognola.
Portata dalla schiuma e dalle onde, la piccola protagonista Moun attraversa il vasto oceano dentro una scatola di bambù e, dopo un avventuroso viaggio, arriva “al di là” del mare, dove su una spiaggia, un’altra coppia la trova, la porta in salvo e l’adotta. Moun cresce così in una famiglia che la ama. Arriva, però, il giorno in cui a Moun, ormai bambina, sono rivelate le sue origini. Dopo tanto soffrire, finalmente Moun capisce che “anche dall’altro lato dell’oceano l’amavano” e per regolare i conti con il suo passato, decide di compiere un simbolico ritorno al paese natale.