Furia avicola, lo spettacolo teatrale del drammaturgo argentino Rafael Spregelburd prodotto dal CSS Teatro stabile di innovazione del FVG con Fattore K, va in onda in versione integrale in prima visione tv su RAI 5.
La trasmissione è proposta in prima serata all’interno del palinsesto culturale di Rai 5, sul canale 23 del digitale terrestre, il prossimo sabato 16 maggio alle 21.15, per il ciclo “Il mondo senza”, una serie dedicata a letture e interpretazioni della crisi della società occidentale contemporanea.
Le riprese dello spettacolo sono state realizzate lo scorso febbraio durante le sei repliche da tutto esaurito dello spettacolo al Teatro India di Roma, e al termine di una fortunatissima tournée italiana che ha toccato anche Firenze, Bari, Prato, Bologna. Furia Avicola – accolta come una delle novità teatrali di maggior richiamo della stagione appena conclusasi - è interpretato da Deniz Özdogan, Laura Nardi, Rita Brütt, Fabrizio Lombardo, Amândio Pinheiro e Luisa Merloni. La regia teatrale è di Rafael Spregelburd e Manuela Cherubini, quella televisiva è di Marco Odetto.
Nato nel 1970 a Buenos Aires, Rafael Spregelburd è oggi uno dei drammaturghi più rappresentati a livello internazionale, oggi autore di oltre 30 testi teatrali tradotti in ben undici lingue e messo in scena in teatri come la Schaubühne di Berlino, il Theaeterhaus di Stoccarda, il Royal Court di Londra.
Anche l’Italia si sta appassionando in questi anni alla sua opera, dopo la pubblicazione delle sue opere da Ubulibri, messe in scena importanti come quelle di Luca Ronconi per il Piccolo di Milano, un recente Premio Ubu come miglior testo straniero e la direzione, nel 2012 dell’Ecole des Maîtres, il corso internazionale di perfezionamento teatrale europeo promosso per l’Italia proprio dal CSS di Udine.
E proprio durante quella fortunata edizione della “scuola dei maestri”, Spregelburd trova ispirazione per scrivere La fine dell’arte, il primo dei due atti unici che compongono Furia Avicola. Mentre infatti Spregelburd e la sua traduttrice e co-regista Manuela Cherubini erano a Udine a lavorare all’Ecole, la rete e i social network impazzivano per il curioso caso di una anziana parrocchiana che aveva deciso arbitrariamente di “restaurare”, deturpandolo, un Ecce Homo, affresco della cappella di Borja, paesino non lontano da Saragoza. Il lavoro dell’anziana “restauratrice” scatena un polverone nel mondo dell’arte occidentale, dividendo critica e pubblico. Un piccolo scandalo che sembra aver spazio più nella rete che nella vita reale, e che senza dubbio racchiude le domande fondamentali sulla fine di questa pratica che siamo soliti chiamare “arte”.
La drammaturgia dello spettacolo giustappone a questo atto unico sulla ?ne dell’arte un secondo sull’assurdità della burocrazia, passando per un intermezzo burlesco sulla babele delle lingue e dei contesti semantici, per una potente riflessione sul senso e le conseguenze della crisi nel nostro tempo.