Ecole des Maîtres 1996

ECOLE DES MAÎTRES 1996
corso internazionale itinerante di perfezionamento teatrale
diretto da Franco Quadri
V EDIZIONE: 4 settembre - 30 ottobre 1996

maestro Alfredo Arias
stage Amour, Luxe et Pauvreté. Un laboratorio sul music-hall


Alfredo Arias – © Van Cleef & Arpels - Photo Patrick Swirc

allievi
Anne Beaupain (Belgio), Lucia Chiarla (Italia), Federico Fioresi (Italia), Melania Giglio (Italia), Marion Levy (Francia), Alessandro Lombardo (Italia), Fanny Marcq (Belgio), Vincent Minne (Belgio), Paolo Orlandelli (Italia), Alessandro Pala (Italia), Maria Antonia Pingitore (Italia), Magali Pinglaut (Belgio), Gilles Robic (Belgio), Jan-Henrik Schluter (Belgio), Laetizia Solari (Belgio), Marie-Celine Tuvache (Francia), Isabelle Wery (Belgio), Debora Zuin (Italia)

assistenti Susana Lastreto, Thierry Smits, Renn Lee, René de Ceccatty, Lidia Breda

promosso e organizzato da:
ETI – Ente Teatrale Italiano, Centro Servizi e Spettacoli di Udine, CREPA – Centre de Recherche et d’Expérimentation en Pédagogie Artistique (Belgio), AFDAS – Fonds d’Assurance Formation des activités du Spectacle (Francia)
con:
Conservatoire National Supérieur d’Art Dramatique (Francia)
in collaborazione con:
Regione autonoma Friuli Venezia-Giulia
con il sostegno di:
Provincia di Udine, Comune di Fagagna

Dalla sua prima tappa di Bruxelles, nell’autunno 1990, l’Ecole des Maîtres continua ad avvicinare e contrapporre dei maestri e dagli allievi - in veste di registi consacrati i primi, di attori diplomati in via di perfezionamento i secondi - nel segno di una formula che è andata senza sosta evolvendo. Ma non se ne sono mai dimenticati i fondamentali, che implicano l’internazionalità delle guide e dei discepoli e la pluralità dei luoghi toccati,  l’interdisciplinarietà dei contenuti a lo svariare delle tecniche d’insegnamento in aggiunta alla molteplicità della lingue e della esperienze di formazione dei ragazzi.  Anche l’Europa del Teatro vede alla base dell’unione una consapevolezza delle numerose diversità che ne costituiscono le radici e ne garantiscono la vitalità dialettica.
Ora, tornando un’altra volta in quel Nordest d’Italia che sta sempre più affermando la propria ricchezza creativa e trovandosi di nuovo una sede moderna e attrezzata in alcuni storici palazzi di Fagagna, ma per esportarne alla fine i risultati in tre capitali della Comunità, la nostra patria per prima, la quinta edizione dell’Ecole compie un passo atteso di maturità: unifica cioè i suoi sforzi in un unico più lungo stage che, se non ha un carattere produttivo vero e proprio, della realizzazione di un allestimento riproduce le modalità.
Ma l’operazione di Fagagna assume le caratteristiche di un laboratorio, che vedrà gli stagiaires coinvolti, prima che nel rituale delle prove, nella verifica drammaturgica e in un apprendistato che non trascura né il canto né la danza, a contatto con uno staff plurinazionale di specialisti che circonda il Maestro Alfredo Arias - già titolare a Charleroi di uno dei seminari dello scorso anno – e ripete la struttura da corso modello con più materie d’insegnamento esemplificate da Lev Dodin nella sua miniaturizzazione di un’accademia d’arti drammatiche nell’Ecole del 92-93 a Parigi.
Anche la materia è inedita (e molto ambita dai giovani attori), perché il music hall su cui s’innesta è generalmente trascurato dai conservatoires dei differenti paesi. E se il ballo e le canzoni avranno nel saggio-show un ruolo rilevante, questo cabaret sui generis avrà caratteri sorprendenti e anche alti, come testimoniano il melange di materiali letterari, leggeri, ludici, cinematografici scelti come punti di partenza e di studio, che non ignorano neppure Platone, già elemento determinante nell’apprendimento delle ultime tecniche d’improvvisazione di Vasil’ev, nella più recente sessione dell’Ecole. L’originalità è del resto nelle corde di Arias, un regista che annovera nel suo repertorio Shakespeare e Goldoni ma anche Copi e Apollinaire, che ha firmato negli anni 70 una rivista-cult intitolata Luxe e ha tenuto a battesimo la riapertura delle Folies Bergère.
Fagagna 96 si avvia insomma, come si diceva, sui binari di una continuità in ostinato rinnovamento, mentre l’Ecole studia altre varianti per richiamare magari già sulla passerella di questo lavoro i suoi fedeli ex, che intanto hanno già presentato i primi spettacoli assieme e annunciato anche la costituzione delle prime famiglie.
Franco Quadri

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