Pericle
Al termine del triennio 2004-2006 sostenuto dall'Unione Europea, il Progetto Thierry Salmon - la nuova Ecole des Maîtres, diretto da Franco Quadri, prosegue nel 2007 con la messa in scena del Pericle di William Shakespeare a cura di Antonio Latella con il gruppo di allievi belgi, francesi, italiani, portoghesi e spagnoli che nel 2006 hanno seguito il corso conclusivo del progetto. Una opportunità quindi per portare a compimento il percorso formativo diretto da Latella e per concretizzare quello che è sempre stato nello spirito dell'Ecole des Maîtres e del Progetto Thierry Salmon: un'importante occasione di confronto tra i maestri della scena europea e le nuove generazioni di attori dei diversi paesi europei.
Lo spettacolo, una creazione Projet Thierry Salmon, prodotto da CSS Teatro stabile di innovazione del FVG (Italia), La Comédie de Reims, centre dramatique national (France), Ministério da Cultura - Instituto das Artes (Portugal), in coproduzione con Teatro Stabile dell’Umbria (Italia) e in collaborazione con ETI - EnteTeatrale Italiano (Italia), Arcus (Italia), Ministère de la Culture et de la Communication (France), AFDAS (France), CREPA - Centre de Recherche et d’Expérimentation en Pédagogie Artistique (CFWB/Belgique), Commissariat général aux Relations internationales (CFWB/Belgique), Centro Cultural de Belém (Portugal), Regione Friuli Venezia Giulia (Italia) e con il Comune di Fagagna (Italia), ha debuttato in prima assoluta il 29 luglio 2007, ore 17, a La Biennale di Venezia - 39. Festival Internazionale del Teatro e poi è andato in scena il 30 luglio 2007, ore 21.30, a Monticelli d'Ongina (PC), Isola Serafini, per il Festival Il Grande Fiume e 1-2 agosto 2007, ore 21, al Centro Cultural de Belém di Lisbona.
PERICLE
adattamento e regia Antonio Latella
da William Shakespeare
interpreti
Alexandre Aflalo, Estelle Franco, Dominique Pattuelli (Belgio)
Jean-François Bourinet, Daniela Labbé Cabrera (Francia)
Valentina Gristina, Emiliano Masala, Daniele Pilli (Italia)
Paula Diogo, Luís Godinho, Martim Pedroso (Portogallo)
Julián Fuentes Reta (Spagna)
disegno luci Giorgio Cervesi Ripa
suoni Franco Visioli
assistente al Progetto Stefano Laguni
assistente per l’acrobatica Nicole Kehrberger
assistente per il canto Anne-Sophie Durand
foto di scena Anna Bertozzi
Premio Ubu 2007: Miglior attore under 30 ex aequo: Emiliano Masala
spettacolo in lingua italiana, francese, spagnola e portoghese
Partire, andare lontano da ciò che dovremmo essere, incapaci di essere guida per se stessi, incapaci di potere essere guida per una famiglia, per un popolo, esempio per una idea da seguire; fuggire per ritrovarsi e ritornare, col tempo che ha disegnato sul nostro corpo la mappa del nostro girovagare, del nostro esser nomadi cercatori. Pericle insegue un esempio, un maestro a cui ispirarsi per esser Re; in tutto il testo lui non dice mai di esser Pericle Re di Tiro, sa che non può esserlo, che non gli basterà una vita per potere essere Re: colui che è eletto dal popolo e dagli Dei, deve poter essere un esempio di nobiltà e di etica umana. In ogni porto un regno, in ogni regno un popolo, e un Re. Solo quando incontrerà il re buono, Pericle potrà innamorarsi per dare vita, per generare un essere nobile, ma gli dèi ancora lo puniscono togliendogli tutto, rigettandolo tra le onde del destino, in un mondo che non sceglie di muoversi, ma che si lascia muovere, dalle forze della natura e da quelle divine.... Il bisogno di trovare un vero interlocutore che abbia voglia e capacità di ascoltare l'animo umano fa essere Pericle un viandante dell'anima. Ogni isola un porto, ogni porto una lingua. Ed é il linguaggio il punto centrale dell'opera, una lingua che vada oltre l'alfabeto che ci hanno insegnato, una lingua che sappia parlare anche con un semplice vagito ... Sento che è come andare alla ricerca di qualcosa di ancestrale, qualcosa che è li nascosto in tutti noi: sappiamo che c'è eppure abbiamo paura di riconoscerlo... I personaggi sono vettori di emozioni che vanno a scardinare il ruolo per arrivare a qualcosa di fortemente intimo e poetico. Tutti saranno un coro dell'anima, un coro che “per cantare un canto che un tempo fu cantato dalle ceneri è tornato...” Ritornare dal mondo dei morti, per raccontare una storia di un padre e di una figlia... la rinascita, la nascita di una nuova possibilità. Il coro commenta, guarda, spiega, si diverte, resta fuori dal dolore e dalle gioie, per dare uno sguardo obiettivo, più limpido di quello degli dèi, ma intimo come quello del grande Poeta, a cui ogni volta torniamo per ricominciare a viaggiare... Dal coro tutto nasce e tutto ritorna, come se il coro fosse l’inchiostro, il fiume che il poeta ha riversato sulle bianche lenzuola che avvolgono le nostre intime e piccole storie umane: lenzuola, sudari, vele, culle, onde... ma soprattutto pagine bianche...
Antonio Latella