| nelle scuole secondarie
16 marzo 2016
14 aprile 2016
La Grande Guerra dei ragazzi
Francesco Accomando, raccogliendo testimonianze storiche e frammenti letterari, legge e interpreta, accompagnato dalla proiezione di immagini, una serie di microstorie con un taglio ironico, a tratti fantastico e surreale, per raccontare, sempre con grande rispetto, un momento tra più tragici della storia d’Italia e d’Europa
locandinalettura scenica e immagini
durata 50'
La Grande Guerra fu un avvenimento totalizzante che coinvolse direttamente o indirettamente l’intera popolazione, bambini, ragazzi e giovani compresi. Dal 1915 diventò necessario sostenere la guerra economicamente e ideologicamente ma se molti ragazzi tra i 12 e i 19 anni vennero inviati nelle retrovie o addirittura nei campi di battaglia come operai per la costruzione di strutture militari, tutti vennero coinvolti dal cosiddetto “fronte interno”: “Tutti dovevano sentirsi impegnati”.
Francesco Accomando, raccogliendo testimonianze storiche e frammenti letterari, legge e interpreta, accompagnato dalla proiezione di immagini, una serie di microstorie con un taglio ironico, a tratti fantastico e surreale, per raccontare, sempre con grande rispetto, un momento tra più tragici della storia d’Italia e d’Europa. Tra le testimonianze storiche sono state scelte anche quelle che stabiliscono un piano comune ideale tra i ragazzi e giovani d’oggi con i loro coetanei del tempo. Ed ecco allora il Re fotografo, un segretario alle prese con le uova di Pasqua, soldati che cantano, che si scambiano amuleti e santini, giocano a carte, a scacchi. I frammenti letterari, tratti da autori come Marinetti, Remarque, Palazzeschi, Hemingway, Lussu, Mann, Gadda, Kraus, Ungaretti e altri, oltre al valore in sé anche come testimonianza, costituiscono la base di una scrittura in parte originale secondo un punto di vista sovranazionale e fuori dalla logica di vincitori e vinti: in guerra nessuno vince, tutti perdono.
La lettura recitata di Accomando si snoda attraverso le microstorie in un crescendo generazionale che vedrà, alla fine, i ragazzi, più grandi, impegnati sui campi di battaglia. Un racconto che diventa metafora di quel passaggio critico dall’infanzia all’adolescenza, quella “terra di mezzo” che tutti devono affrontare, quel conflitto eterno nello slancio della crescita verso la conquista di una propria identità in una terra di nessuno – “senti di poter essere tutto e non sei nulla” - che può essere però una terra di qualcuno, anche di altri, di tutti. Lontano da ogni intenzione celebrativa o commemorativa il lavoro di Accomando è un augurio verso una risoluzione positiva degli inevitabili conflitti, anche interiori. Significativo è allora l’episodio di quel Natale del 1914 in cui a dispetto degli ordini perentori degli alti comandi, in vari punti del fronte occidentale, soldati inglesi, francesi, belgi e tedeschi uscirono dalle proprie trincee e fraternizzarono: una stretta di mano, un pezzo di cioccolato, una partita a calcio; nel fango ghiacciato, coperto di neve e intriso del sangue e delle membra dilaniate dei caduti si accendeva per un istante la luce di un’altra Europa, unita e in pace.
Francesco Accomando
È un attore, regista e formatore professionista con una lunga esperienza artistica maturata in collaborazione con il CSS. Ha lavorato, tra gli altri, con Nico Pepe, Giuseppe Bevilacqua, Rita Maffei, Fabiano Fantini, Elio De Capitani, Massimo Navone, Alessandro Marinuzzi, Letizia Quintavalla, Bruno Stori, Cesare Lievi, Antonio Syxty, Gigi Dall’Aglio. Da anni conduce laboratori con insegnanti, bambini, ragazzi, giovani, adulti, diversamente abili, detenuti.