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Nostalgia di Dio
Dove la meta è l'inizio

locandina
anno
2020
testo
testo e regia Lucia Calamaro
interpreti
Alfredo Angelici, Cecilia Di Giuli, Francesco Spaziani, Simona Senzacqua
scene/luci
luci Gianni Staropoli
scene e costumi Lucia Calamaro
e...
assistente alla regia Diego Maiello
disegno dell’angelo Luca Privitera
produzione
Teatro Stabile dell’Umbria in coproduzione con Teatro Metastasio
in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin 2018_2020


17 gennaio 2020
 ore 21
Teatro Contatto
Udine, Teatro Palamostre

Nostalgia di Dio. Ma anche nostalgia di casa. Degli affetti, delle relazioni che resistono al tempo e alle crisi. O forse no. Perché bisogna sempre fare i conti con le nevrosi, i fallimenti, le diverse aspettative. Succede a Simona, Cecilia, Francesco e Alfredo, i quattro personaggi/persone immaginati dalla penna della più inventiva delle drammaturghe italiane, Lucia Calamaro. Che ci sorprenderà, con i suoi dialoghi serrati sulle nostre fragilità interiori decifrate sempre con amorevole ironia, durante un pellegrinaggio notturno alle 7 Chiese di Roma, una partita a tennis o una semplice cena.

“Francesco, un libero professionista che sfodera fascino malgrado sé, fascino per entropia, vagamente originale, in pieno burn–out, si lascia andare. È un tipo strano, che ama ancora maritalmente la sua ex moglie Cecilia, che ama il tennis, i suoi figli, che ha una personale Nostalgia di Dio, e una singolare voglia di credere, in caso si potesse, in tutto e a tutti. Soprattutto quando è già da tanto, troppo, che non crede più. A niente e nessuno.
Una notte Giovanni, convinto da Simona, l'amica storica, testimone di una vita, ciecamente pia, decide di farsi 7 chiese di Roma in uno di quei pellegrinaggi notturni, tra il mistico e l’alternativo,
organizzati da diverse parrocchie della città. Itinerari spirituali al tramonto, in cui Simona trascina sia lui che Cecilia, etnomusicologa sperimentale in cerca dei rumori originari delle cose.
Sono attraversamenti un po’ teneri, un po’ sfigati, miracolosi e maldestri, che hanno quella natura mista tra visionarietà e viaggio della speranza: come se al sorgere del sole potesse, dovesse, succedere
chissà che. O assolutamente niente”.
Lucia Calamaro

Hanno scritto:
“In quella che potremmo definire una famiglia non tradizionale, nonostante le avversità e le separazioni, ci si è sempre per gli altri, si litiga, si grida, ci si lascia anche, ma si ama e si ritorna.
È sicuramente il tema del nostos, del ritorno, della casa intesa come famiglia, centro saldo dei propri affetti, di cui l’autrice dichiara di aver voluto parlare in questa pièce. E ci riesce con efficacia.”
Luca Sant’Ambrogio, Krapp’s Last Post

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