Udine | Teatro S. Giorgio, Sala Harold Pinter
10 marzo, ore 21.00
Chroma_don’t be frightened of turning the page
Partendo dall’affascinante osservazione dei fenomeni migratori di alcuni animali che al termine della loro vita tornano a riprodursi e a morire nel luogo dove sono nati, Alessandro Sciarroni, coreografo, performer e danzatore di fama internazionale, ha iniziato a lavorare sul concetto di turning. Il termine inglese viene tradotto e rappresentato in scena in maniera letterale, attraverso l’azione del corpo che ruota intorno al proprio asse e che si sviluppa in un viaggio psicofisico emozionale, in un viaggio psicofisico emozionale, in una danza di durata, nella stessa maniera in cui turning significa anche evolvere, cambiare.
locandinadrammaturgia, Alessandro Sciarroni, Su-Feh Lee
la creazione dello spettacolo è stata ospite di Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin sviluppato come parte di Migrant Bodies
e come parte di La Biennale di Venezia – Biennale College 2015
10 marzo ore 21
Udine, Teatro S. Giorgio, Sala Harold Pinter
Il 5 marzo alle ore 18.00 La scuola dello sguardo - lezione #3. Il movimento, a cura di Roberto Canziani (DAMS - Università di Udine)
Il 10 marzo, al termine dello spettacolo, Alessandro Sciarroni incontra il pubblico
In Chroma_don’t be frightened of turning the page è Sciarroni stesso ad eseguire, mirabilmente, in prima persona, l’azione, dopo essersi allenato per diversi mesi nella pratica che consente al corpo di girare per un tempo indeterminato senza perdere l’equilibrio.
Come negli altri lavori, la durata dell’azione e il graduale aumento del ritmo sono in grado di creare una sorta di legame ipnotico tra il performer e lo spettatore.
Alessandro Sciarroni, coreografo, performer e danzatore di fama internazionale, sarà protagonista di Chroma_don’t be frightened of turning the page, un lavoro coreografico sviluppato nell’ambito di Migrant Bodies, un progetto di ampio respiro realizzato attraverso molteplici tappe di ricerca, residenza e creazione fra il Canada, l’Italia (nel triennio di molteplici creazioni realizzate per la Biennale danza a Venezia e quest’anno durante una residenza importante a Dialoghi, le Residenze per le arti performative a Villa Manin) e la Francia.
Il lavoro di Alessandro Sciarroni va oltre le definizioni tradizionali. Comincia con una matrice concettuale alla Duchamp, si avvale di un contesto teatrale e può utilizzare tecniche e esperienze della danza, cosi come del circo o degli sport. Assieme al rigore, la coerenza e la chiarezza in ogni creazione, il suo lavoro cerca di scoprire ossessioni, paure e fragilità dell’atto performativo, attraverso la ripetizione di una pratica ai limiti della resistenza fisica per chi la interpreta, guardando a una dimensione diversa di tempo e ad una relazione empatica tra il pubblico e i performer.
Citazione
Il titolo dello spettacolo è un omaggio a “Chroma”, l’ultimo film di Derek Jarman. Prima di consegnarsi al buio, Jarman dedica la sua opera ad Arlecchino: “Arlecchino, pezzente e povero cristo con le toppe rosse, blu e verdi, briccone mercuriale con la maschera nera, acrobata aereo che salta, balla e fa le giravolte. Figlio del caos.”
www.alessandrosciarroni.it