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Udine | Teatro Palamostre
25 gennaio 2014 ore  21:00

L.I. Lingua Imperii

locandina
anno
2013
testo
Simone Derai, Patrizia Vercesi
regia
Simone Derai
interpreti
Anna Bragagnolo, Mattia Beraldo, Moreno Callegari, Marco Crosato, Paola Dallan, Marco Menegoni, Gayanée Movsisyan, Eliza Oanca, Monica Tonietto
e con Hannes Perkmann, Hauptsturmbannführer Aue Benno Steinegger, Leutnant Voss
voci fuori campo di Silvija Stipanov, Marta Cerovecki, Gayanée Movsisyan, Yasha Young, Laurence Heintz
 
musiche
originali: Paola Dallan, Simone Derai, Mauro Martinuz, Marco Menegoni, Gayanée Movsisyan, Monica Tonietto | non originali: Komitas Vardapet, musiche della tradizione medievale armena
e...
traduzione e cosulenza linguistica Filippo Tassetto
costumi Serena Bussolaro, Silvia Bragagnolo, Simone Derai
produzione
Anagoor 2012
coproduzione Trento Film Festival, Provincia Autonoma di Trento, Centrale Fies, Operaestate Festival
con il sostegno di APAP Network Culture Programme of European Union

Al termine dello spettacolo la compagnia incontra il pubblico

Uomini predatori di altri uomini annientati a milioni. La caccia più sanguinosa del XX secolo. #LinguaImperii è sconvolgente Memoria nazista

Accogliamo per la prima volta a Teatro Contatto una fra le formazioni più “colte” e innovative della scena emergente, Anagoor, con uno spettacolo che rinnova il ricordo storico, in occasione della Giornata della Memoria.  
L.I. Lingua imperii è ispirato allo sconvolgente romanzo Le Benevole di Jonathan Littell, in cui drammatici episodi storici della seconda Guerra mondiale e della persecuzione degli ebrei emergono dai dialoghi fra due ufficiali nazisti, distaccati nel Caucaso, nel 1942.  L.I. Lingua Imperii si nutre anche del pensiero e delle opere di W.G. Sebald, Primo Levi, Eschilo, Martha C. Nussbaum, William T. Vollmann e molti altri autori.

Ciò che ci sta a cuore è di operare, con una sorta di in-canto, l‘attivazione dei processi del ricordo attorno ad antiche odiose abitudini secondo le quali, nelle forme della caccia, alcuni uomini si sono fatti predatori di altri uomini e, ancora nel XX secolo, hanno intriso il suolo d‘Europa del sangue di milioni di persone: tanto il suo cuore civile, quanto le sue vaste e bellissime foreste, fino ai suoi estremi confini montuosi.
La forma teatrale scelta per questa creazione è quella del coro tragico dove il canto e la musica, il gesto e la visione totemica si intrecciano.
Una piccola comunità di donne e uomini di diverse età tende la voce-dardo al confine tra il sussulto al cuore, il lamento e il sogno.
Mentre su un grande schermo emerge il volto molteplice della vittima, su due schermi a cristalli liquidi laterali si consuma l‘agone tra due ufficiali nazionalsocialisti campioni di pensieri divergenti.
Anagoor

A chi dubita che il teatro italiano stia vivendo una fase di straordinaria vitalità creativa, a chi ancora non crede che sia in atto un decisivo ricambio generazionale – che è anche uno spostamento di prospettive, di canoni estetici – suggerirei di vedere il bellissimo Lingua imperii degli Anagoor: un esemplare concentrato delle modalità espressive che si usano oggi – nessuna trama da rappresentare, nessun personaggio da interpretare, ma una pura composizione di frammenti verbali, visivi, sonori – coniugato con una profondità di pensiero che colloca il gruppo ai vertici della nuova scena nazionale.
Renato Palazzi, Il Sole24Ore

Filologia, storia dell’arte, architettura, arti visive, danza, musica; più un lungo, instancabile apprendistato teatrale – questa è la formazione dei componenti di Anagoor, fondata nel 2000 a Castelfranco Veneto. Progetto di politica teatrale deve il suo nome alla città immaginaria di Buzzati e scelto perché nasce «dall’amore dei suoi fondatori per la città».

www.anagoor.com

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