Udine | Teatro Palamostre
3 marzo 1994
5 marzo 1994
CONTATTO COMICO
Sto ristrutturando
Lo spettacolo di Gioele Dix affronta il tema della ristrutturazione. L’appartamento nel quale si introduce il protagonista necessita di urgenti lavori di ripristino...
locandinaluci Cristiano Giavedoni
basi musicali Paolo Gennai
fonica Cristiano Vecchiatto
Il mio nuovo spettacolo affronta il tema della ristrutturazione. L’appartamento nel quale si introduce il protagonista necessita di urgenti lavori di ripristino. È un appartamento che nel frasario delle agenzie immobiliari verrebbe definito «prestigioso»: soffitti alti, stucchi ed archi, porte con fregi, tappezzerie pregiate, tutto in avanzato stato di abbandono. La presenza di un piccolo ponteggio, di qualche barattolo di vernice, nonché di una porta nuovissima, ma di dimensioni sbagliate, abbandonata su un lato, fa supporre che una qualche ristrutturazione sia in corso, ma che essa proceda con estrema lentezza e confusione.
Dall’esterno, provengono inquietanti rumori di esplosioni, di crolli, ma anche urla ed insulti.
Le condizioni strutturali ed ambientali di quell’appartamento assomigliano a quelle in cui si trova il nostro Paese, che vive un momento confuso, caotico, nel quale si mischiano, in una sorta di minestrone umano-giudiziario-istituzional-televisivo, segnali positivi di risveglio e rinnovamento, desideri di vendetta sommaria, trasformazioni imbarazzanti, volgarità intellettuali, spinte verso solidarietà, segni forcaioli.
Il protagonista di Sto ristrutturando, convinto di poter contribuire personalmente al lavoro dell’impresa che ha in appalto il lavoro di riordino dell’appartamento, torna più volte sul luogo per capire «che fare», ma non trova nessuno, né addetto né non addetto ai lavori.
Nella sua indagine è aiutato però da una singolare macchina parlante, il Maxitel, sorta di computer multifunzionale in grado di fornire contemporaneamente elenchi di ogni genere, pasti caldi, musica d’ambiente e informazioni riservare.
L’uomo si indigna, si commuove, si diverte, litiga con la macchina. Infine scopre il vero progetto di ristrutturazione e si dissocia.
Il finale è sospeso, come è logico che sia per uno spettacolo che si nutre di perplessità e che parla di storia contemporanea, anzi simultanea.
Considero questo spettacolo teatrale un’occasione per dare sfogo a qualche pensiero non moderato sul momento che viviamo e per far ridere su alcuni aspetti grotteschi (persino atroci, a volte) dell’ansia rinnovatrice che pare pervadere proprio coloro che meno sono in grado di rinnovarsi. Con ironia e qualche diffidenza, con un occhio ai soliti grandi misteri insoluti della vita pubblica e con l’altro occhio agli insoliti piccoli misteri del nostro privato.
Gioele Dix