Udine | Teatro S. Giorgio
16 marzo 2001 ore 21:00
18 marzo 2001 ore 21:00
Corsia degli incurabili
Poema-monologo in terzine denso di tensione morale e civile con cui si incrocia il teatro di poesia di Giuseppe Bevilacqua
locandinaprogetto artistico di Giuseppe Bevilacqua, Alberto Bevilacqua, Mara Udina
disegno luci Alberto Bevilacqua
Giuseppe e Alberto Bevilacqua, insieme a Mara Udina, proseguono il loro percorso artistico di ricerca attorno agli elementi primi del teatro, intendendolo quale esperienza estetica di comunicazione.
AI centro della loro attenzione c'è questa volta il testo della poetessa Patrizia Valduga Corsia degli incurabili, un poema-monologo in terzine denso di tensione morale e civile, con cui si incrocia il teatro di Giuseppe Bevilacqua, un teatro di poesia, un viaggio dove la parola, il suo porgersi, è l'elemento generatore di una comunicazione sempre profondamente emozionante. Con La rosa dei teatri, prodotto nel 2000 dal CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, i tre artisti hanno legato la scrittura drammaturgica alla progettazione dello spazio, cercando di significare i fondamentali della tradizione (sfondo, sipario, spazio, luce) come elementi comunicativi, come contenuti precipitati in forme. Questa organica metodologia, dove si incontrano diverse competenze, è per mettere al centro del lavoro la comunicazione di un sentire e riflettere il presente nella sua incongrua problematicità, ma illuminandolo attraverso la parola poetica. Se il teatro è metafora della vita, lo è in quanto, dal reale, emana un riflesso che nel reale non si "rappresenta": è la capacità della poesia di colmare della vita la necessaria distanza tra l'attore e il pubblico, come nella piccola stanza da gioco di un bimbo, dove le cose, le persone, le parole, possono tutto dire, a ogni istante, del mondo "là fuori", non solo come esso è ma anche come potrebbe essere... o essere visto... vissuto... comunicato. Nel precedente spettacolo, La rosa dei teatri, ispirato al grande romanzo "Wilhelm Meister" di Wolfgang Goethe, Giuseppe, Alberto Bevilacqua e Mara Udina toccavano il tema romantico del conflitto-connubio arte-vita, in questo secondo, è per loro l'umanità stessa a farsi poesia, per un teatro di impegno, forse solitario, ma ugualmente necessario.