Teatro in Virtual Reality

Il labirinto di Orfeo in VR
I misteri della luce 1.0

locandina
anno
2020

IL LABIRINTO DI ORFEO IN VR
Venti minuti per diventare Orfeo.
Per essere e sentire come lui. E non essere più solo spettatore.
Il labirinto di Orfeo è stato uno spettacolo che ha cambiato la storia di Contatto, 25 anni fa. In molti lo ricorderanno: una straordinaria esperienza di teatro sensoriale, sensuale e terribile, liberatoria e potente.
Nel 2019, Il labirinto di Orfeo è diventato anche un’esperienza in VR, grazie all’impiego della tecnologia di realtà virtuale.
Ogni spettatore indossa un visore VR e si immerge nelle visioni fantasy sviluppate dai VR artist del team creativo di Virtew per raccontare il viaggio di Orfeo alla ricerca di Euridice nell’Ade.

I MISTERI DELLA LUCE 1.0
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I misteri della luce 1.0 è un progetto di teatro scientifico in Virtual Reality (VR), che ha debuttato a Esof 2020 – Trieste capitale europea della scienza, realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine (Didattica della Fisica) per una ricognizione sull’utilizzo della VR in ambito didattico e universitario, mentre lo sviluppo di contenuti prototipali in VR si deve ai VR artist di Virtew con cui il CSS ha aperto un forte partenariato per lo sviluppo della narrazione in VR. L’esperienza è una proposta per ogni tipo di pubblico e per le scuole, pensata per gli studenti delle scuole superiori.
La straordinaria potenzialità della VR ci ha spinto infatti a credere che sia realmente possibile una sua applicazione per facilitare l’apprendimento di particolari temi didattici. Come prima sfida, abbiamo deciso di affrontare uno dei nodi didattici più complessi dei programmi di fisica, la Natura della luce.

NEL MEZZO DELL'INFERNO
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Dante compone l’Inferno mentre è immerso nell’esperienza straniante e dolorosa dell’esilio, lontano da casa e gravato dal sentimento dell’ingiustizia. Attraverso la scrittura inventa così la possibilità di essere autore e allo stesso tempo narratore e personaggio di un’esperienza di evoluzione e redenzione che varrà per se stesso ma anche per il resto dell’umanità.

Il Dante protagonista di questo viaggio nel regno dell’oltretomba comprende che è la relazione con gli altri e le altre - nel segno della volontà divina - a sostenerlo e condurlo sulla via della salvezza e della felicità.
Il contatto con gli spiriti e le presenze mostruose che incontra, il profondo legame con il maestro Virgilio e infine l’antica fiamma d’amore che lo connette a Beatrice, non più muto angelo da celebrare, ma guida severa e autorevole fonte di coraggio.
Di questo percorso l’Inferno rappresenta la parte più dura che mette il poeta, e chi con lui si immedesima, a contatto con fragilità profonde, paure e inadeguatezze, di fronte alla diversità data dal suo essere vivo tra i morti e dunque in potenza salvato. Dante stabilisce così la possibilità di creare un altro mondo, speculare e connesso a quello reale, nel quale l’io possa fare un’esperienza diretta di trasformazione. Questo mondo è la letteratura.

Allo stesso modo in questo progetto teatrale ed esperienziale si è scelto l’uso della tecnologia della Realtà Virtuale Immersiva, coniugata a una progettazione architettonica dello spazio e del suono in 3D, al fine di porre il pubblico a contatto con la totalità di una dimensione fantastica, che non vuole sostituirsi a quella reale, ma restare a questa interconnessa, rappresentando uno stimolo di ricerca e cambiamento. 

Si comincerà con un prologo: uno spazio di accoglienza e raccoglimento iniziale, che metterà ciascuno di fronte al proprio io e alla domanda: Perché fare questo viaggio? Quali i desideri e le paure?
Indossati i visori, uno ad uno gli spettatori saranno accompagnati oltre il muro che separa l’aldiquà dall’aldilà e lasciati al loro viaggio. La prima parte del quale sarà uguale per tutti, mentre la seconda condurrà casualmente gli spettatori in tre luoghi selezionati tra gli ambienti infernali per ricondurli poi nuovamente ad un comune finale. L’esperienza resta dunque replicabile e in sé stessa aperta, perché attraverso il contatto con la morte contiene in sé tutte le possibilità della vita.

Fabrizio Pallara e Roberta Ortolano