Il capolavoro di Samuel Beckett Finale di partita è il “banco di prova” del nuovo lavoro teatrale che impegnerà “Talenti Inside”, la compagnia teatrale formata dai detenuti della Casa circondariale di Tolmezzo, pronta al debutto con uno spettacolo-saggio al termine di un percorso laboratoriale per il secondo anno consecutivo curato dall’attore e regista Manuel Buttus del teatrino del Rifo. Il laboratorio teatrale è parte integrante delle attività promosse nelle case circondariali di Tomezzo, Udine, Pordenone e Gorizia dal CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia con il sostegno della Direzione centrale salute, integrazione socio sanitaria e politiche sociali della Regione Friuli Venezia Giulia.
La versione che i dieci componenti della compagnia porteranno in scena venerdì 27 maggio sul palcoscenico della Sala teatro del carcere carnico parte da un libero adattamento del celebre atto unico beckettiano del drammaturgo e regista del Rifo Giorgio Monte. Un adattamento anche cucito “su misura” alle qualità e caratteristiche degli interpreti della compagnia e su cui si inseriscono anche brevi sketches, il ricorso a contrasto dei dialetti e dell’italiano, un finale edificante di stampo shakespeariano.
Nel gioco degli scacchi, il finale di partita si riferisce alla terza e ultima parte di un incontro, quella che solitamente si arriva a giocare solo quando a fronteggiarsi ci sono due giocatori esperti. Solo in quella condizione il gioco dura a lungo e sulla scacchiera finiscono per trovarsi solo pochi pezzi superstiti, fra cui il Re come figura d’attacco e da difendere.
Analogamente, i personaggi di Finale di partita - il ricco Hamm e il suo servo Clov e i due genitori di Hamm - sono i superstiti di un evento catastrofico e si muovono in uno scenario post-apocalittico, fronteggiandosi in una sfida che ribalta continuamente i ruoli da vittime a carnefici.
“Quando con la compagnia abbiamo iniziato a pensare a un nuovo testo su cui lavorare - spiega Manuel Buttus - inizialmente cercavamo forse un testo più “leggero”, ma poi lo scorso inverno ci siamo trovati sgomenti davanti ai fatti di Bruxelles e contemporaneamente ad altre violenze inaudite esplose in altri Paesi, fra vittime innocenti e stragi spaventose. Qualcuno della compagnia ha ricordato le parole di Papa Francesco quando aveva definito questi fatti una Terza guerra mondiale. Una guerra già in corso, “ a pezzetti, a capitoli”. A quel punto ho raccontato ai miei attori cosa aveva detto, a proposito di Guerra mondiale e umanità, una giovane drammaturga inglese, Sarah Kane: “Se una guerra distruggesse tutto, l’uomo prima cercherebbe di procurarsi del cibo, poi un riparo, e alla fine comincerebbe a raccontare di nuovo delle storie”. Ho pensato che il nostro lavoro dovesse parlare di guerre ma anche raccontare storie di speranza, di sogni, di un mondo migliore. E su questo abbiamo iniziato a lavorare assieme”.
Lo spettacolo sarà replicato tre volte all’interno della Casa circondariale di Tolmezzo sia per la popolazione detenuta, la direzione, gli operatori e i volontari, che per le famiglie dei detenuti, per importanti momenti di condivisione.