Battesimi
La nuova creazione di Michela Lucenti e Balletto Civile, liberamente ispirata a Le Troiane di Euripide.
CREDITStesti di Andrea Malpeli e Emanuele Braga
disegno luci Stefano Mazzanti
costumi Balletto Civile
Le Troiane sono una lamentazione, l’elaborazione di un lutto.
Una tragedia senza azione, un’epopea rovesciata dove tutto è già avvenuto e non resta che un'elegia funebre ed ancestrale.
La guerra è finita, restano le donne il cui destino verrà tirato a sorte.
Protagonisti della nostra storia sono le seconde linee dei valorosi greci conquistatori e ciò che resta della famiglia reale troiana, Ecuba le sue figlie e Priamo redivivo.
Un popolo che ha una sola possibilità per ricominciare: stare lì, rimanere dove nessuno vorrebbe essere, in un luogo di sospensione ben poco mitico, uno spazio tra la guerra e un nuovo equilibrio.
Il canto di una comunità di persone che non valgono più nulla di fronte alla storia che ritorna, ma sono solo sassi che ostacolano gli ingranaggi della macchina retorica che vorrebbe la guerra e poi subito la pace, la pace e poi subito la guerra.
Battesimi ridisegna questo luogo di confine, epifanico, dove ci si accorge che un cambiamento è ormai maturo, dove si dilata l’istante in cui si chiude un ciclo e si crea il raccordo, il legame, per ricominciare quello successivo.
È l’ultima spiaggia di un accampamento dove non succede niente.
Un grande tappeto d' erba finta, sintetica, dove non cresce e non si evolve più nulla se non la lenta resurrezione, l’improvvisa e imprevista rinascita di un popolo vivo e fiero, giovane e di nuovo bambino, pronto a far tremare le ceneri sotto le rovine.
Un fazzoletto di finta convivenza e di finta ricostruzione dove un gruppo di donne spaurite danzano legate alle loro borsette, ostaggio di un esercito di uomini, di ragazzoni allampanati che non conoscono gli orrori della guerra che ha sterminato le loro famiglie, e una stirpe nobile che sta scomparendo traccia alla cieca gli ultimi segnali di fumo per salvarsi da marinai persi davanti al vuoto.
Azioni semplici e misteriose diventano il punto di partenza, il motore di tutto il movimento. La forza del corpo e i canti sono l’eco di qualcosa di troppo grande per essere compreso, un esodo che si spinge verso una linea sacra di demarcazione per buttarsi, immergersi senza pentimento nella gioia scivolosa della vita, grazie al coraggio di una scelta, al coraggio di un atto semplice come quello di lavarsi la faccia con l'acqua fresca,che irrompe sulla scena come elemento puro, spirituale e laico allo stesso tempo, ed è elemento presente, testimone del cambiamento, che alla fine spazzerà via e renderà fertile la scena e i suoi interpreti.
E' un luogo di confine, non è già più la terra ferma dove si è compiuta la tragedia e non è ancora il mare aperto.
E' il luogo dove l'urlo vuoto e sordo di una stirpe nobile che sta scomparendo traccia alla cieca gli ultimi segnali di fumo.
Un gruppo di donne spaurite danzano legate alle loro borsette, sono ostaggio di un esercito di uomini, di ragazzoni allampanati che non conoscono gli orrori della guerra che ha sterminato le loro famiglie.
È l’ultima scena di un accampamento dove non succede nulla. Dove non si evolve più nulla se non la lenta resurrezione, l’improvvisa rinascita di un popolo vivo e fiero, giovane e di nuovo bambino, pronto a far tremare le ceneri sotto le rovine.
Images
Press reviews
Fabiana Dallavalle, L'acqua che monda l'orrore della guerra - Il Gazzettino, 12 novembre 2007 [342 Kb]Mario Brandolin, La guerra di Troia patita dalle donne - Messaggero Veneto, 12 novembre 2007 [672 Kb]Tour
prima nazionale
26 maggio 2007, ore 22
27 maggio 2007, ore 22.15
Andersen Festival
Sestri Levante (GE), Casa del Pescatore
tournée
30 giugno 2007, ore 21
Festival Filo D’Arianna
Belluno, Cortile Villa Doglioni Dal Mas - Sede Assindustria
7 luglio 2007, ore 21.30
Festival Isola delle Meraviglie
Dolo (VE), Squero Monumentale
10 novembre 2007, ore 21
Teatro Contatto 07_08
Udine, Teatro Palamostre
15 marzo 2008, ore 21
Fragole fuori stagione, Teatro contemporaneo
Vicenza, Teatro Astra
dal 26 al 28 marzo 2008, ore 21
Modena, Teatro delle Passioni