Udine | Teatro Palamostre, Sala Pier Paolo Pasolini
20 aprile 2024 ore 20:30
Bayadère
Il regno delle ombre
locandina
musiche originali Lorenzo Bianchi Hoesch
direttrice artistica NBDT Cristina Bozzolini
con il sostegno del Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni
spettacolo realizzato in collaborazione con ERT Ente Regionale Teatrale – Circuito multidisciplinare del FVG / a.Artisti Associati - Gorizia
spettacolo vincitore del Premio Danza&Danza 2021
Sabato 20 aprile 2024 ore 20.30
Udine, Teatro Palamostre, Sala Pasolini
al termine dello spettacolo, la Maître de ballet Sabrina Vitangeli e la compagnia incontrano il pubblico
La Bayadère è un balletto della tradizione intriso di esotismo, sia nella trama melodrammatica sia nell'estetica dell'insieme. Il Regno delle Ombre è una delle scene più riprese e celebrate, in cui il limite tra il reale e l’aldilà è sottile, dove le ombre appaiono congelate nella loro tragica condizione e i movimenti sono rituali. Michele Di Stefano riscrive questa scena, a partire dal suo potenziale compositivo, per il Nuovo Balletto di Toscana; dodici giovanissimi talenti che scatenano tutta la forza dinamica e la vera natura psichedelica dell'allucinazione del guerriero Solor.
Nella tradizione la sua scena più celebre, il Regno delle Ombre, si presenta borderline al limite tra il reale e l'aldilà, dove le ombre che appaiono sono come congelate nella loro tragica condizione e i movimenti che compiono sono rituali, l'atto esprime una visione che esula dal contesto e che apre a un passaggio di puro movimento, astratto e lucido nella sua semplicità formale. Il mio interesse è rivolto proprio al potenziale compositivo che questa scena contiene, non per replicarla ma per scatenare tutta la sua forza dinamica ed anche per restituire all'allucinazione di Solor la sua vera natura psichedelica.
Pensato per un ensemble di talenti giovanissimi, questo nuovo Regno delle Ombre così misteriosamente carico di suggestioni, appartiene ai tempi eccezionali che stiamo vivendo, perché fa riferimento a qualcosa di perduto e a qualcosa di possibile allo stesso tempo, qualcosa che riguarda la presenza dei corpi e l'intreccio delle loro traiettorie, in uno spazio che non è più soltanto un al di là ma è un presente che desidera essere reinventato con delicatezza e passione.
Michele Di Stefano
Balletto in un atto per 12 danzatori
Durata 50 minuti