Udine | Teatro Palamostre, Sala Pier Paolo Pasolini
25, 26 Gennaio h. 21
Winston vs Churchill
È possibile che un uomo da solo riesca a cambiare il mondo? Per molti, Winston Churchill è, in tal senso, un’icona del Novecento, è l’Europa, colui che, grazie alle sue scelte politiche, ha salvato l’umanità dall’autodistruzione durante il tragico trentennio 1915-1945.
Carlo Gabardini, autore teatrale, conduttore radiofonico e attore comico (ve lo ricordate l’Olmo di Camera Cafe?) ha scritto questo nuovo testo teatrale per Giuseppe Battiston, pensando a lui come all’interprete ideale in grado di restituirci la figura complessa, contraddittoria, imprevedibile di Churchill. Con maestria, Battiston reinventa la sua biografia, la immerge in un presente onirico e indaga il mistero dell’uomo, attraverso la magia del teatro, fra politica, eccessi, inconfondibili aspetti caratteriali, battute celebri e momenti privati.
e con Maria Roveran
scene Nicolas Bovey
25-26 gennaio 2019 ore 21
Teatro Contatto
Udine, Teatro Palamostre
Cosa rende un uomo capace di cambiare il corso della storia, di intervenire sul fluire degli eventi modificandoli? Cosa gli permette di non impantanarsi nella poderosa macchina del potere e della politica, di non soccombere agli ingranaggi? La capacità di leggere la realtà? Il contesto? Il coraggio? La forza intellettuale? Queste domande ci guidano nell’interesse per un uomo sicuramente non qualunque, un uomo, un politico che è un’icona, quasi una maschera: Winston Churchill.
Churchill incarna il primato della politica e umanamente è un eccesso in tutto: tracanna whisky, urla, sbraita, si lamenta, ma senza mai arrendersi, fuma sigari senza sosta, tossisce, detta ad alta voce bevendo champagne, si ammala, comanda ma ascolta, è risoluto ma ammira chi è in grado di cambiare idea, spesso lavora sdraiato nel letto, conosce il mondo ma anche i problemi dei singoli, ha atteggiamenti e espressioni tranchant, e battute che sembrano tweets. Di tutto questo parla il testo di Carlo G. Gabardini, che mostra Churchill in un presente onirico in cui l’intera sua esistenza è compresente e finisce per parlare a noi e di noi oggi con una precisione disarmante.