Udine | Teatro Palamostre
24-25 ottobre
Darling
(ipotesi per un'Orestea)
Eschilo e ricci/forte, genesi e ipercontemporaneo, Artaud e l’hard rock dei Led Zeppelin, sovrapposizioni intertestuali sonore e fisiche, tutte tese a scansionare una lisergia che serva da bussola per rintracciare traiettorie
locandinain co-produzione con Théâtre MC93 Bobigny/Festival Standard Idéal, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Festival delle Colline Torinesi
Cosa hanno in comune Eschilo, Hannah Arendt, Gregory Crewdson, Edward Hopper, Antonin Artaud e i Led Zeppelin? Il corto circuito è in Darling, il nuovo spettacolo di ricci/forte. Punto di partenza di Darling è l'Orestea, la trilogia tragica di Eschilo in cui si racconta quanto accade dopo la fine della guerra di Troia, dal ritorno ad Argo di Agamennone al suo omicidio da parte della moglie Clitennestra e del suo amante, alla vendetta del figlio Oreste e la successiva persecuzione delle Erinni contro il matricida. Come sempre quando ricci/forte si ispirano ai classici queste vicende degli Atridi saranno punto di osservazione e trampolino di lancio per aggredire la realtà. Con i loro lavori di impatto visivo che rasenta la violenza del teatro della crudeltà di Artaud, pompato come un ritmo funky o un riff di chitarra hard rock e plastificato come una foto di Crewdson, ricci/forte parlano sempre del nostro tempo. Ma è attraverso gli attori, resi partecipi della creazione, che questo ensemble fondato e diretto da Gianni Forte e Stefano Ricci crea il corto circuito, con un linguaggio che non si fa scrupolo di saltare dal teatro al reality, dalla performance alla canzonetta.
Darling, il primo balbettio nella nuova polis. Darling, l’alfabetizzazione di un sentimento. Darling, il perimetro di un terreno emotivo da arare. Darling, il singulto ctonio della tragedia eschilea. Darling, lo tsunami che cancella l’ordine delle cose ripristinando il culto orfico dei morti. Darling, un container in cui immagazzinare simboli e sensi, umani e divini, che riesplodono in attesa del prossimo imbarco.
In un aeroporto della mente, valvola liminale ancora attiva, l’accampamento profughi dopo la grande onda ripercorre i brividi di un passato attraverso le impronte lasciate sulle cose strappate all’acqua. Senza domicilio etico, attendiamo la fiamma come scolte in attesa del ritorno del padre guerriero. In questa improvvida fase di transizione si celebra un rito di passaggio all’inverso, come un rigurgitare a fiotti animaleschi e recuperando – dopo il crollo dei panorami ordinati – il tanfo di viscere inondate di sangue giustiziere.
Come in un’istantanea di Gregory Crewdson, la realtà apparentemente rassicurante viene disturbata dall’irruzione della natura, che attesta il suo predominio e vanifica ogni tentativo di “domarla” attraverso la Dike di stato, una Giustizia sempre più ad uso e consumo delle classi dirigenti. Una realtà fittizia che si mostra con tutta la forza di persuasione di una realtà autentica. Un falso che però, a differenza di una copia, si sovrappone al reale perfezionando l’originale attraverso nuovi rituali: potenti atti sociali che proprio nel momento in cui l’ordine viene alterato da eventi naturali ricrea un nuovo stato, differente da quello precedente. Vanificato il tentativo di crearne uno ideale - Hannah Arendt racconta bene quanta inconsapevolezza ci sia stata in questa degenerazione autodistruttiva di regolamentazione di un gruppo sociale - percepiamo di nuovo il nostro polso e ammaliante è il richiamo di un proprio individuale, barbarico, senso etico.
Gli orrori dell’Orestea, indipendentemente dalla domanda se siano o meno così lontani dai simboli che ci vivono addosso, possono restituirci attraverso l’incubo una nuova piattaforma solida sulla quale poggiare le speranze di un futuro? O sarà l’ennesimo padiglione ospedaliero in cui accetteremo la punizione del bromuro mitrale pur di seguire la striscia continua dell’utopica democrazia che ci viene indicata? Talpe da giardino, scardiniamo le aiuole ordinate cercando un vestito che ci faccia sembrare abitanti civilizzati di un fraudolento mondo perfetto.
In un mondo fatto di algida rappresentazione del Sé, di fredda razionalità, il vecchio sistema di valori, pervaso di fede nei miracoli e di magia, sembra addirittura psicotico. Ma la sua logica paradossale supera tutti i postulati di realtà, come nell’inconscio di un sogno.
Eschilo e ricci/forte, genesi e ipercontemporaneo, Artaud e l’hard rock dei Led Zeppelin, sovrapposizioni intertestuali sonore e fisiche, tutte tese a scansionare una lisergia che - proprio in un momento storico come questo in cui una società si determina attraverso la delimitazione dell’Altro (assicurandosi così la propria identità) - serva da bussola per rintracciare traiettorie.
Immagini
Rassegna stampa
Hugues Le Tanneur, L'Orestie dévastée des Ricci-Forte - Libération, 23 marzo 2015 [120 Kb]Mario Brandolin, Darling, dritto al cuore della paura da day-after - Messaggero Veneto, 26 ottobre 2014 [330 Kb]Marta Saccavini, Da Orestea a Darling approdano in scena i relitti della società - Messaggero Veneto, 5 novembre 2014 [482 Kb]Fabiana Dallavalle, Anna Gualdo, sul palco questa crisi che degrada - Messaggero Veneto, 23 ottobre 2014 [326 Kb]Roberto Canziani, Eschilo e Sinatra, così rifondiamo la democrazia - Il Piccolo, 22 ottobre 2014 [677 Kb]Alessio Neroni, Un container esplosivo - teatro.persinsala.it, 12 ottobre 2014 [47 Kb]Andrea Cova, Darling, Teatro Eliseo (Roma) - saltinaria.it, 12 ottobre 2014 [209 Kb]Gianni Manzella, L'apocalisse dentro a una scatola pop - il manifesto, 11 ottobre 2014 [1673 Kb]Rodolfo di Giammarco, Il reality remoto La tragedia di oggi secondo ricci forte - La Repubblica-TrovaRoma, 9 ottobre 2014 [270 Kb]Emilia Costantini, ricci forte 'Darling' esperienza visionaria - Corriere della Sera, 9 ottobre 2014 [288 Kb]Rodolfo di Giammarco, Ritorno a Eschilo con ricci forte - La Repubblica, 4 ottobre 2014 [468 Kb]Rodolfo di Giammarco, Il metodo ricci-forte - La Repubblica, 14 settembre 2014 [4101 Kb]Roberto Canziani, - Il Piccolo, 21 agosto 2014 [1195 Kb]ricci/forte 'Noi quarantenni precari e rifiutati' - La Repubblica, 3 luglio 2014 [1162 Kb]Tournée
prima assoluta
9-12 ottobre 2014 Romaeuropa Festival
Roma, Teatro Eliseo
24-25 ottobre 2014, ore 21
Teatro Contatto 14-15
Udine, Teatro Palamostre
17 dicembre 2014
Potenza, Teatro Stabile
6 febbraio 2015
Vicenza, Teatro Astra
21-22 febbraio 2015
Bari, Teatro Kismet OperA
24-25 marzo 2015
Festival Standard Idéal
MC93 Bobigny - Nouveau Théâtre de Montreuil
Bobigny
1 giugno 2015, ore 21.30
2 giugno 2015, ore 19.30
Festival delle Colline Torinesi
Torino, Teatro Astra
23-25 ottobre 2015
Madrid, Teatro Valle-Inclàn 2-7 febbraio 2016
Milano, Piccolo Teatro Studio Melato
20 febbraio 2016, ore 21
Forlì, Teatro Diego Fabbri
14 aprile 2016
Trieste, Politeama Rossetti, Sala Assicurazioni Generali