Cervignano | Teatro Pasolini
April 24, 2002 ore 21:00
Riccardo III
CREDITSdrammaturgia Mauro Maggioni, Titino Carrara, Carlo Presotto
Teatro Stabile di Innovazione
Riccardo III è un testo sul potere. Sulla brama del potere e sull’inutilità di questa brama.
Riccardo III è la storia di “un uomo che volle farsi re” e che per raggiungere la corona usa tutti i mezzi possibili. Uccide tutti Riccardo di Gloucester: fratelli, cognate, nipoti, amici, tutti. E mentre fa questo non si accorge che il vero obiettivo della sua furia è se stesso. Non somiglia a nessuno, lui, incapace d’amore com’è. I cani per strada gli abbaiano contro, le madri e le moglie delle sue tante vittime lo maledicono, gli sputano in faccia, la sua stessa madre impreca contro di lui.
Eppure c’è un momento nella vita di questo mostro in cui i tanti spettri delle sue vittime lo vengono a visitare. E' la notte della vigilia della battaglia di Bosworth, quella che gli sarà fatale.
La rilettura della compagnia La Piccionaia/I Carrara della sanguinosa tragedia di Shakespeare parte proprio da questa notte, per verificare se sotto a tanto orrore e sangue, se dietro a tanto cinismo e crudeltà, non si nasconda un uomo impaurito e solo, per guardare se dentro l’occhio della “bestia” non sia rimasto qualcosa di umano. “Il nostro lavoro sul personaggio shakespeariano - spiega Mauro Maggioni, che ha diretto la storica compagnia veneta, capitanata da Titino Carrara, nella parte del re sanguinario - è stato soprattutto un lavoro sui fantasmi che si affollano nella sua mente. Tutto il lavoro sul testo è stato improntato su questo, quasi una seduta psicanalitica al personaggio in cui, noi, che lo dovevamo agire, lo sottoponevamo a una sorta di interrogatorio per andare e vedere che cosa si nascondesse sotto la dura scorza dell'assassino, per scoprire cosa c’era dentro all'occhio del mostro.
La scenografia dello spettacolo Riccardo III riproduce un teatrino anatomico in legno su cui, ad ogni rappresentazione, sono invitati a prendere posto quattordici spettatori, fra quelli presenti in sala L’intento è quello di ricreare la dimensione di studio e osservazione che si respira all'interno delle aule di anatomia durante la dissezione del corpo umano. “E dentro a quel teatrino affollato dal pubblico - aggiunge Maggioni - avviene l'autopsia del nostro "eroe”, quasi a voler significare l'avvenuta morte di tutti i personaggi nel senso classico del termine, quasi a dire che non è più possibile rappresentare, non è più sufficiente, ci vuole un lavoro più profondo, più crudele, più anatomico per l’appunto.