Udine | Teatro S. Giorgio, Sala Harold Pinter
7 e 8 febbraio 2025 ore 21:00
Intero 22,00 €
Ridotto 19,00 €
Studenti 10,00 €
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Cime tempestose
Martina Badiluzzi
CREDITSdramaturg Giorgia Buttarazzi
collaborazione alla drammaturgia Margherita Mauro
luci Fabrizio Cicero
drammaturgia del movimento Roberta Racis
realizzazione scene Alovisi attrezzeria
con il contributo di MiC – Ministero della Cultura
con il sostegno di Teatro Biblioteca Quarticciolo
Venerdì 7 e Sabato 8 febbraio 2025 ore 21
Udine, Teatro S. Giorgio, Sala Pinter
venerdì 7 febbraio la compagnia incontra il pubblico al termine dello spettacolo
Cime tempestose è un lavoro che vuole essere un omaggio al potere catartico della letteratura, alla magia dell’arte e del teatro. Una ricerca di poesia e sentimenti espansi, di quelle emozioni radicali che appartengono alla giovinezza e alla scena. Una storia familiare che già di per sé è un’opera d’arte e che si dipana attorno a una casa che viene chiamata Cime tempestose; altrettanto viva e conturbante la brughiera, una natura potente che è frontiera tra il focolare e la civiltà.
Catherine e Heathcliff, protagonisti del celebre romanzo di Emily Brontë a cui si ispira lo spettacolo, sono gli eroi tragici del contemporaneo, il mito fondativo della nostra società, il racconto del profondo fraintendimento tra femminile e maschile, tra natura e civiltà.
Coprotagonista di questa storia è il paesaggio, quella brughiera da cui i protagonisti tentano di evadere ma alla quale sempre torneranno; la natura contraltare di una società che in fondo ciascuno di noi rifiuta ma con la quale deve venire a patti.
“E’ a un’arte senza genere quella a cui tendiamo se la lente d’ingrandimento è un’opera come Cime tempestose. Un genere letterario che supera la barriera del genere e parla all’essere umano in conflitto, colto nel tentativo arduo di far dialogare la natura maschile con quella femminile, il privato col pubblico, il terreno con l’ultraterreno, la nascita con la morte.
Rileggere Cime tempestose da adulte è come tornare a casa. È un rito di passaggio quello a cui Emily Brontë ci sottopone come lettrici, lo sprofondare nelle viscere e nelle oscurità di una storia familiare dolorosa e violenta che si realizza, sul finale, nell’immagine consolante di due amanti senza paura: Cathy e Hareton.
Il nostro spettacolo inizia da quei due amanti e da un ritorno a casa. Le figure chevogliamo in scena non sono più Catherine e Heathcliff; gli adattamenti hanno consumato iloro nomi e la critica abusato dei termini romanticismo e passione per raccontare la lorostoria. Lasciamo spazio a Cathy (Arianna Pozzoli) e Hareton (Loris De Luna), la secondagenerazione che abita il romanzo. Hareton è il “secondo” Heathcliff, l’ennesimo figlio nondesiderato e Cathy la copia identica della madre.
A questi due giovani è affidato il compito di gestire l’eredità delle proprie famiglie, non solo quella materiale , ma soprattutto quella emotiva. Di trasformare le disuguaglianze sociali, il razzismo e il maschilismo di que piccolo mondo antico in qualcos’altro.
Possono due bambini cresciuti in ristrettezza d’amore, in dinamiche familiari tossiche e violente riuscire ad amarsi?
Non tutti ricordano che Cime tempestose è un luogo e il nome di una casa dai soffitti animati. Per andare avanti, per costruire un futuro insieme, Cathy e Hareton devono tornare nella casa dove si sono incontrati e riattraversare il proprio passato.
La scena cardine di Cime tempestose, gli scambi tra Heathcliff e Catherine riemergono nei dialoghi tra Hareton e Cathy, è la casa ad agire su di loro, la casa a ripresentare i fantasmi del passato, a volte le case devono essere distrutte.
Cime tempestose è il quarto capitolo di una quadrilogia, assieme a Cattiva sensibilità, The making of Anastasia (vincitore del bando Biennale di Venezia Registi Under 30 nel 2019) e Penelope (co-prodottoda Romaeuropa Festival 2022), sono interpretati dalle stesse cinque attrici: Barbara Chichiarelli, Viola Carinci, Federica Carruba Toscano, Arianna Pozzoli e Martina Badiluzzi a cui si aggiunge Loris De Luna. Un discorso sul corpo femminile che attraversa i temi dell’identità, dell’amore e dell’educazione delle giovani donne.
Martina Badiluzzi
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