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In nome del padre

CREDITS
year
2020
text
uno spettacolo di Mario Perrotta
consulenza alla drammaturgia Massimo Recalcati
production
Teatro stabile di Bolzano

 

In nome del padre è il capitolo di partenza di una trilogia di Mario Perrotta sulle figure di padre – madre- figlio, scritta per comprendere quanto profonda sia la mutazione delle famiglie nel nuovo millennio.  Accompagnato dal pensiero di Massimo Recalcati, Perrotta cuce addosso alla sua arte attoriale tre figure di padre, diversissime, per cultura, estrazione, provenienza, e racconta il tempo che li accomuna, quello odierno dell’evaporazione della figura del padre infallibile e dell’avanzare dell’era dei padri smarriti. Che sia necessario inventare una nuova lingua che riapra il dialogo padri-figli?

“Il nostro tempo è il tempo dell’evaporazione del padre e di tutti i suoi simboli. Ogni esercizio dell’autorità è vissuto con sospetto e bandito come sopruso ingiustificato. I padri smarriti si confondono coi figli: giocano agli stessi giochi, parlano lo stesso linguaggio, si vestono allo stesso modo. La differenza simbolica tra le generazioni collassa.
In questo contesto di decadenza emerge forte una esigenza di nuove rappresentazioni del padre. Trovare una nuova lingua per i padri è una necessità sempre più impellente se si vuole evitare l’indistinzione confusiva tra le generazioni e la morte di ogni discorso educativo o, peggio ancora, il richiamo nostalgico al tempo perduto dell’autoritarismo patriarcale.
Il linguaggio del teatro può dare un contributo essenziale per cogliere sia l’evaporazione della figura tradizionale della paternità, sia il difficile transito verso un’altra immagine – più vulnerabile ma più umana – di padre della quale i nostri figli – come accade a Telemaco nei confronti di Ulisse –continuano ad invocare la presenza”.
Massimo Recalcati

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