Udine | Teatro Palamostre
May 7, 2017 ore 21:00
Sleep Technique
La nuova performance dei Dewey Dell, una risposta alla Caverna Chauvet Pont d’Arc in Ardèche, Francia, è concepita da Agata, Demetrio, Teodora Castellucci, Eugenio Resta. Un’intersezione artistica tra danza contemporanea e musica elettronica per aprire un dialogo misterioso fra noi e i nostri antenati
CREDITSconcept Agata, Demetrio, Teodora Castellucci, Eugenio Resta
costumi Guoda Jaruseviciute
voce Attila Csihar
con il contributo dell’archeologa Dominique Baffier
* con una traccia audio di Chris Watson - "Lioness Threatens Male, Itong Plains, Kenya” © 1998 Touch
in coproduzione con Societas, PACT Zollverein, BIT Teatergarasjen, Brut Wien, Tanzfabrik Berlin
con la collaborazione di Buda Kunstencentrum, Dialoghi - Residenze delle arti performative a Villa Manin, Ateliersi
7 maggio ore 21
Udine, Teatro Palamostre
Sleep Technique / Dewey Dell
e dopo lo spettacolo, ore 22 circa, in foyer
After Theatre — T × 2/Dissonanze 2.0
Roberto Cecchetto e Francesco Bertolini guitar duo
ingresso libero
6 maggio ore 18.30
Udine, Teatro Palamostre
la compagnia Dewey Dell incontra il pubblico
ingresso libero
Sleep Technique è il nuovo spettacolo di Dewey Dell che ha preso forma e concept per la prima volta mentre il giovane collettivo nato dall’esperienza della Socìetas Raffaello Sanzio e ora su percorsi indipendenti, era ospite di una delle residenze di Dialoghi a Villa Manin, nel 2015.
Dalla fascinazione che emanano le scoperte preistoriche datate 36.000 anni fa nella caverna Chauvet Pont d’Arc nelle Ardenne, Dewey Dell elabora un’intersezione artistica di danza e musica per una performance sul fluire e l’abisso del tempo e su un possibile sguardo a un passato non più intellegibile ma comunque vibrante, come un mistero, nel nostro presente.
Nonostante percepiamo ciò che è rimasto dalle culture passate con occhi lontani dall’antico modo di vedere e di comprendere, spesso percepiamo la sensibilità dei nostri antenati intimamente simile alla nostra e i loro miti e riti come se fossero stati creati dal nostro essere più profondo, in un altro tempo e in un’altra vita.
Anche se i significati originali sono spariti nelle pieghe del tempo e solo la memoria di qualche elemento resiste, le tracce che rimangono vanno ben oltre il bisogno di un significato.
Quando guardiamo le pitture preistoriche questa connessione è ancora più profonda. Un dialogo inesplicabile inizia tra noi e i nostri antenati homo sapiens sapiens. Oltre alla meraviglia, un affetto incondizionato per loro, famigliare, si estende oltre i millenni.
La loro arte, nascosta nelle viscere delle montagne sembra chiamare una risposta da un abisso temporale.
La caverna di Chauvet Pont d’Arc in Ardèche, Francia, ha le pareti dipinte di animali per lo più estinti: chi li ha disegnati lo fece 36.000 anni fa.
Questo spettacolo è un tentativo di dialogo tra ere opposte, un impossibile avvicinamento ad altri noi.
Pensiamo che il passato ci guardi nello stesso modo in cui noi lo osserviamo.
Dewey Dell