Udine | Teatro Palamostre
November 28, 2014 ore 21:00
Hanno tutti ragione
Iaia Forte diventa Tony Pagoda, il cantante cocainomane, creatura sarcastica e sperduta al centro del bellissimo romanzo di Paolo Sorrentino
CREDITSin collaborazione con Nidodiragno Produzione e Distribuzione
e Infinito s.r.l.
28 novembre 2014 ore 21.00
Udine, Teatro Palamostre
IAIA FORTE/PAOLO SORRENTINO
Hanno tutti ragione
al termine Iaia Forte incontra il pubblico
Tony Pagoda e un cantante “di night” con tanto passato alle spalle (“Se a Sinatra la voce l’ha mandata il Signore, allora a me, più modestamente, l’ha mandata san Gennaro”). La sua e stata la scena di un’Italia florida e sgangheratamente felice, fra Napoli, Capri e il mondo. E stato tutto molto facile. Il talento. I soldi. Le donne. E insieme, una pratica dell’esistenza che ha coinciso con la formazione di una formidabile (e particolare) cognizione del mondo. Quando la vita comincia a complicarsi (la moglie chiede il divorzio), quando la scena si restringe (la sua band si esibisce in piazze minori), per Tony viene il tempo di cambiare. Una sterzata netta. Andarsene. Sparire. Cercare il silenzio. Alla fine di una breve tournee brasiliana, Tony Pagoda decide di restare la, prima a Rio, poi a Manaus, ossessionato dagli scarafaggi ma coronato da una nuova liberta. Senza perdere lo sguardo di eterna sorpresa per il mondo e la schiettezza di chi, questo mondo, lo conosce fin troppo bene…
Lo spettacolo e concepito come un concerto, in cui i pensieri del cantante nascono nell’emozione di esibirsi davanti a Frank Sinatra, al Radio City Music Hall. In una sorta di allucinazione del sentire provocatagli dall’alcool e dalla cocaina, Pagoda, mentre canta, e attraversato da barlumi di memoria, illuminazioni di se, “struggenze” d’amore, sarcastiche considerazioni partorite tra le note delle canzoni, dove la musica che accompagna la performance dialoga con le parole stesse usate come una partitura.
“L’idea di mettere in scena il protagonista di Hanno tutti ragione, il romanzo di Paolo Sorrentino, mi e venuta per innamoramento. Questo cantante cocainomane, disperato e vitale, e una creatura cosi oltre i generi che può essere, a mio avviso, incarnato anche da una donna. Mi piace immaginare che il ghigno gradasso di Pagoda nasconda un’anima femminile, una “sperdutezza”, un anelito ad un “armonia perduta”. E poi, semplicemente, il teatro e, per fortuna, un luogo dove il naturalismo può essere bandito, ed i limiti della realtà espandersi”.
Iaia Forte