Udine | Teatro S. Giorgio
October 29, 2010 ore 21:00
October 30, 2010 ore 21:00
Best Before
Duecento spettatori armati di joystick. Duecento avatar pronti a vivere per noi una vita tutta diversa. Best Before è il nuovo video gioco teatrale dei Rimini Protokoll, collettivo tedesco-canadese ideatore di spettacoli-performance che sfondano la linea di demarcazione fra realtà e finzione.
CREDITSdrammaturgia Tim Carlson
suono Stefan Smulovitz
game design Brady Marks
titoli e traduzione David Mass
prima nazionale in collaborazione con Teatro Stabile di Torino / Prospettiva 2 (Torino, 25-26 ottobre / Udine 29-30 ottobre 2010)
inter_attivi
Partecipare a Best Before significa inventare ogni sera duecento diverse biografie da vivere in una città immaginaria, BestLand. Vite immaginarie di una second life teatrale, nate in due ore di provocatorio esercizio di democrazia sociale, in cui saremo chiamati a dire la nostra su tutto, dalle tasse a Dio, dall’amore alla libertà, su figli, droga, elezioni, divorzio, dalla nascita alla morte...
Istruzioni per l’uso
Best Before è costruito come un gioco di ruolo e come un questionario a scelta multipla. Seguendo un gruppo di 4 “esperti” - un programmatore di computer, un collaudatore di video games, un ausiliario del traffico, un ex politico – che daranno le istruzioni di gioco dal palco, lo spettatore partecipa al gioco azionando un semplice joystick collegato a un grande schermo dove vedrà comparire il proprio omino/avatar. Lo si potrà muovere, far saltare o tornare alla posizione di partenza, ma soprattutto si faranno scelte per lui, a partire dalla sua identità, decidendo se è maschio o femmina o quando farlo nascere o morire. Ognuno vedrà diventare più ricco o più povero il proprio “blob”, lo si manderà in prigione o lo si farà viaggiare, potrà scegliere una carriera o un partner, lo si coinvolgerà in una rivoluzione.
Quindi, come garantisce Catlin MacDonald sulla rivista del Push Arts Festival (Canada):
“... anche se odiate i video games, se non amate stare con altre persone, venite lo stesso, sedetevi, individuate il vostro alter ego animato, e godetevi la vostra vita immaginaria. Vi garantisco che non rimarrete delusi”.
Rimini Protokoll è un collettivo teatrale con base a Berlino il cui segno originalissimo si tratteggia sempre sul sottile confine fra realtà e finzione.
Partendo dall’osservazione di quanto accade, Rimini Protokoll non contrappone mai scena e spettatore, ma li accomuna sul piano dell’azione e della percezione.
Uno dei primi lavori del trio formato da Helgard Haug, Stefan Kaegi e Daniel Wetzel è Deutschland 2, uno spettacolo pensato per essere messo in scena nella sala plenaria del Bundestag tedesco. Prevedeva che dei cittadini comuni - le persone per le quali di solito si discute in un Parlamento – ripetessero tali e quali i discorsi di un reale dibattito parlamentare al Reichstag di Berlino. L’allora presidente del Bundestag si oppose alla rappresentazione, adducendo come motivo del divieto il “decoro dell’edificio” e accendendo così una discussione sulla libertà dell’arte, il rapporto politica-arte e i limiti del teatro e della realtà: da allora, il pubblico sa per conto di chi agisce Rimini Protokoll.
Un’altro dei loro spettacoli – Deadline – vedeva in scena quattro cosiddetti “esperti”, come i Rimini Protokoll chiamano i propri attori non professionisti: un sindaco, uno scalpellino, un oratore funebre e una studentessa di medicina, tutte persone che, per motivi professionali, avevano a che fare con la morte e che appunto raccontavano il loro rapporto con essa. Rimini Protokoll ha anche creato spettacoli come Sabenation. Go home and follow the news, interpretato dagli impiegati licenziati dalla compagnia aerea belga Sabena, in scena a raccontare retroscena della vicenda e destini personali, o come Call Cutta spettacolo per uno spettatore coinvolto in una conversazione al cellulare con un operatore di call center di Calcutta. In Cargo Sofia gli spettatori viaggiano attraverso la città a bordo di un camion, divenendo testimoni degli incontri casuali dei camionisti nelle aree di servizio, mentre in Radio Muezzin quattro muezzin egiziani che raccontano la storia dei loro 30.000 colleghi del Cairo che rischiano di perdere il loro lavoro a causa di una legge che vuole sostituire le loro voci con quella di un unico muezzin trasmesso via radio dai minareti di tutte le Moschee della città...