Udine | Teatro S. Giorgio
April 20, 2007
April 21, 2007
Mi spengo in assenza di mezzi
Mi spengo in assenza di mezzi ironizza apertamente sulla carenza di risorse finanziarie che avvelena la vita di tutte le giovani compagnie che, come Cosmesi, coraggiosamente per lo più si autoproducono.
CREDITSelettronica delle luci Tommaso Pecile
spettacolo per 30 spettatori a replica
Non è la prima volta che Nicola Toffolini condensa in un titolo giocoso il senso degli spettacoli di Cosmesi, la compagnia da lui creata pochi anni fa assieme a Eva Geatti, attrice performer, già presenza ispiratrice di una compagnia visuale come Motus. Mi spengo in assenza di mezzi ironizza apertamente sulla carenza di risorse finanziarie che avvelena la vita di tutte le giovani compagnie che coraggiosamente per lo più si autoproducono. Artefici di un teatro che ha in architetture create appositamente per essere funzionanti e autosufficienti, elemento portante su cui costruire una visione parallela della realtà, “in assenza di mezzi” per costruirla, Cosmesi letteralmente “si spegne”. E immerge la sua nuova opera in un buio fittissimo. Pochi spettatori a replica entrano allora in uno spazio vuoto, “densamente costruito e sviluppato nel nero fitto in cui poter far perdere gli sguardi”. Nonostante ciò, Cosmesi dichiara che si tratta ancora una volta di uno progetto visivo, non di un lavoro da ascoltare e basta, come un radiodramma, ma un luogo dove “l’attenzione si fa chirurgica per sottrarre alla vista tutto quello che ci si aspetta dal “teatro”; per allontanare lentamente la concezione di spazio fisico finito che il buio concede di rimodellare e ridefinire profondamente".