Dentri
Dentri, ultimo capitolo della trilogia comica in friulano del Teatro Incerto, iniziata con Four e Laris.
CREDITS"Un teatro d'attori più che di scrittura, umoristico, che chiamerei, pomposamente, la nuova commedia friulana". Così Elio De Capitani, il regista milanese che li ha diretti nell'avventura straordinaria de I turcs tal Friul e che da allora ne ha continuato a seguire le autonome "gesta comiche" - accoglieva festosamente, qualche anno fa, il debutto in scena di Four, nuova creatura del Teatro Incerto, il trio composto da Fabiano Fantini, Claudio Moretti ed Elvio Scruzzi. A vedere la luce era un teatro capace sia di suscitare una comicità "fuori" da schemi di routine (come recita lo stesso titolo nel suo significato friulano), che di riflettere le aberrazioni della vita di provincia in Friuli, confrontandosi con realtà anche diversissime dalla nostra (come suggerisce invece l'ispirazione del testo friulano a Barbari e alla violenta realtà di una metropoli inglese descritta dal suo autore, Barrie Keefe). A Four seguì l'intermezzo farsesco di Laris, un storia con al centro le imprese di un improbabile terzetto di ladri, abile soprattutto a "rubare" risate, certo più facili, ma frutto di un congegno comico inossidabile. Ma è dal successo, popolarissimo, di quella piéce, che si accende, quasi per contrasto, una nuova urgenza nel trio: quella di proseguire la narrazione teatrale delle storie squinternate dei tre amici - alter ego dei tre attori del Teatro Incerto, virando però con decisione dai sentieri della comicità farsesca per trovare, sempre nel sorriso, un alleato formidabile in un viaggio questa volta più interiore, l'unico filtro al desiderio di guardarsi e di mostrarsi più in profondità. Nasce così Dentri, il terzo capitolo della trilogia comica dell'Incerto, che ha debuttato con successo nel corso della stagione 2000/2001 e ospitato in molti teatri della Regione. Giocando con toni e temi da teatro dell'assurdo, lo spettacolo racconta la storia, tutta da ricostruire per induzione, di tre strani personaggi, che nulla sembrano avere a che fare l'uno con l'altro: uno zingaro giostraio, uno scienziato sconclusionato e un bibliotecario con velleità di sceneggiatore si ritrovano invece, inspiegabilmente, assieme, tra le stesse quattro mura, costretti in uno spazio senza nome, in una dimensione temporale che sfugge alle lancette e allo scorrere quotidiano del tempo. Dentri diventa allora, al tempo stesso, il luogo dell'oblio e della scoperta, il non luogo in cui i tre personaggi inventano il tempo, creano lo spazio, sognano scardinando la consequenzialità di un percorso logico; scrivono, lasciano tracce, si raccontano indagando sulle ombre della loro vita.