1° dicembre 2022, ore 18
Udine, Teatro S.Giorgio
HER-ON
ideazione di Giulia Spattini
regia Alessandro Pallecchi, Giulia Spattini
coreografie Alessandro Pallecchi
suono Alessandro Pallecchi
disegno luci Alessandro Pallecchi
danzato da Giulia Spattini
video Francesco Mazzola
produzione Balletto Civile
si ringrazia Teatro Viandanze
PREMIO DELLA CRITICA DIRECTION UNDER 30 | 2019
PREMIO PnP Spettatori Mobili
Biglietto unico: 3,00 €
È necessario confermare la propria presenza e lasciare i propri recapiti contattando la biglietteria del CSS Teatro stabile di innovazione del FVG: biglietteria@cssudine.it
tel +39 0432 506925 da lunedì a sabato ore 17.30-19.30
Visto il ristretto numero di spettatori ammessi, vi preghiamo di attendere conferma scritta o telefonica per poter partecipare allo spettacolo. Il 1° dicembre la biglietteria del Teatro S.Giorgio aprirà alle ore 17.30
Biglietteria: Udine, Teatro Palamostre, piazzale Paolo Diacono 21
da lunedì a sabato ore 17.30-19.30
tel +39 0432 506925 biglietteria@cssudine.it
HER - ON
L’inizio di qualcosa avviene sempre dopo la morte di qualcos’altro
Un dialogo solitario tra quello che siamo e quello che potremmo diventare, una lotta alla scoperta della forma nuova, alla ricerca di un territorio selvaggio che si anima dentro la nostra immaginazione.
Heron è un’indagine sulla fase di passaggio dalla giovane età all’età adulta, ma anche su tutti i momenti della vita in cui siamo cambiati, sul disequilibrio senza resa che ci conduce dove non sappiamo.
Heron è l’animale guida, l’airone dal becco giallo che libero segna la via, è la matrioska che ci contiene e che conteniamo a nostra volta.
È l’avvertimento che il tempo di cambiare è arrivato, Heron è qualcosa a cui tendere.
Diventare adulti è una sfida necessaria e vitale che accomuna tutti gli uomini. In molte culture è segnata da riti di passaggio ben definiti che hanno a che fare con la diretta sopravvivenza del candidato e con onorificenze specifiche al superamento della prova.
Entrare nel bosco della propria immaginazione richiede coraggio e allo stesso tempo è un’urgenza necessaria per la vita, una missione solitaria da affrontare disarmati.
In una stanza privata illuminata da un neon, con i confini accennati come da un gesso su una lavagna, una ragazza rovista indaffarata nei ricordi di sé.
Il corpo in scena è in un luogo sicuro, quotidiano, che diventa teatro di un confronto intimo.
La partitura fisica è precisa e segnata senza sfogo da un disperato tentativo di mettere anche il corpo in ordine.
Il confronto più duro al quale siamo sottoposti è quello con noi stessi.
Il lavoro video, proiettato su una porta, ci racconta la vita di una bestia libera. Ci fa arrivare il messaggio come se guardassimo fuori da una finestra che si apre sul dentro. Da quello spiraglio arrivano anche i ricordi che definiscono l’origine e l’identità di quello che in parte rimarremo per sempre, l’infanzia in cui riconosciamo il tratto primario.
L’airone indica la via ma spetta a noi la decisione di percorrerla, consapevoli che l’origine è un atto violento e l’inizio di qualcosa avviene sempre dopo la morte di qualcos’altro.