DIALOGHI / RESIDENZE DELLE ARTI PERFORMATIVE A VILLA MANIN
Progetto vincitore open call:
PLEASURE ROCKS
un progetto di Barbara Stimoli, Titta C. Raccagni e Alessia Bernardini
Una seconda residenza, con menzione speciale, è assegnata a:
ORCHESTRATING SPACES
un progetto di Giovanna Rovedo e Sharon Estacio
PLEASURE ROCKS, il progetto presentato dalle artiste Barbara Stimoli, Titta C. Raccagni e Alessia Bernardini, vince la open call destinata alle formazioni e compagnie attive in FVG di Dialoghi_ Residenze per le arti performative a Villa Manin, ideato e curato dal CSS Teatro stabile di innovazione FVG e ERPAC Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del FVG, con il sostegno di MIC-Ministero della Cultura, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Fondazione Friuli.
Per la qualità del progetto, la direzione artistica ha inoltre deciso di assegnare una seconda Residenza al progetto ORCHESTRATING SPACES delle danzatrici Giovanna Rovedo e Sharon Estacio. Entrambe le formazioni – aggiudicatesi la call fra i 44 progetti pervenuti – svilupperanno il lavoro performativo durante una Residenza di 15 giorni nel corso del 2021.
Le equipe in Residenza avranno la possibilità di sperimentare, riflettere, sviluppare e mettere alla prova i propri progetti performativi e teorici, in totale libertà nell’ideale isolamento creativo degli spazi residenziali e nella foresteria di Villa Manin.
La formazione multidisciplinare formata dalla danzatrice Barbara Stimoli, dalla videomaker Titta C. Raccagni e dall’artista visiva Alessia Bernardini a cui si aggiungono in Residenza la performer Camilla Isola, il curatore del suono Antonio della Marina e la fotografa Debora Vrizzi potrà articolare ulteriormente l’idea di installazione performativa di Pleasure Rocks.
Pleasure Rocks esplora la relazione della materia, tra organico e inorganico, umano e non umano, attraverso l’idea e l’esperienza del piacere. Il titolo è un gioco di parole che suggerisce l’importanza di risignificare il piacere, affermandone il valore politico e trasformativo. Pleasure rocks decostruisce l’idea antropocentrica del piacere, esplorando il potere dell’erotico e le possibilità relazionali della materia.
La roccia da oggetto diventa soggetto, corpo, compagna di esplorazione, trasformando l’iniziale visione in una sperimentazione sulla/con la materia.
La ricerca si è alimentata delle intersezioni con il neomaterialismo e il transfemminismo di filosofe/i quali Rosi Braidotti, Paul B. Preciado, Karen Barad, Donna Haraway. Dello studio sulle piante del filosofo Emanuele Coccia e del neurobiologo Stefano Mancuso. Delle suggestioni poetiche e visionarie di Chandra Livia Candiani e Mariangela Gualtieri.
Nato dall’incontro fra le due danzatrici Giovanna Rovedo e Sharon Estacio, il progetto Orchestrating Spaces aspira alla messa in scena delle urgenze artistiche generate da riflessioni e azioni sviluppate dal 2015 ad oggi attraverso The Reconciliation of Magik Salap (a Triptych), un progetto multimediale di durata pluriennale che ha come scopo lo studio e la documentazione dell’identità nel suo essere mobile e molteplice a livello transnazionale e transculturale.
Orchestrating Spaces è il frutto della necessità di tradurre il processo di ricerca artistica in una performance che attinge a questo tempo di vita, incontri, testimonianze e dialogo con altre culture e altri artisti attraverso lo studio dell’identità contemporanea nelle sue molteplici declinazioni sia sociali che geografiche.