Si incomincia venerdì 31 luglio ore 20 in Piazza Venerio a Udine con Capitalismo magico, spettacolo musicale con protagonisti Lodovico ‘Lodo’ Guenzi, frontman de Lo Stato sociale, e Nicola Borghesi, attore e fondatore della compagnia. Dal 1 agosto al 19 settembre, Kepler-452 anima Lapsus urbano, un itinerario audioguidato per 30 spettatori, per riconoscere il lockdown come esperienza collettiva e immaginare assieme il nostro futuro.
C’è un’alternativa al capitalismo? Abbiamo davvero passato il punto di non ritorno e le nostre società globalizzate ce lo impongono come unico modello?
Due amici di una vita, Lodovico “Lodo” Guenzi - l’amatissimo frontman de Lo Stato sociale e giudice a XFactor - e Nicola Borghesi – attore e anima della compagnia bolognese Kepler 452 – tornano nella città dove entrambi si sono formati teatralmente (hanno frequentato l’Accademia “Nico Pepe”) con un live di parole, musica (Lodo sarà al piano), canzoni e soprattutto riflessioni proprio su questi interrogativi.
E’ Capitalismo magico, uno spettacolo che li vedrà in scena uno accanto all’altro il prossimo venerdì 31 luglio in Piazza Venerio, a partire dalle ore 20, ospiti della stagione Contatto Blossoms/Fioriture del CSS Teatro stabile di innovazione del FVG.
L’ingresso sarà gratuito, per un pubblico limitato con prenotazione obbligatoria e obbligo di ritiro biglietti invito presso la biglietteria del Teatro Palamostre, dal lunedì al sabato, dalle ore 17.30 alle 19.30.
In caso di maltempo lo spettacolo si trasferisce al Teatro Palamostre.
Smarriti e disorientati all’idea di vivere dentro un capitalismo simile alla traversata di una landa desolata che perde via via linfa e colore, Nicola e “Lodo” immaginano una passeggiata teatrale e musicale alla ricerca di ciò che nella realtà ancora pulsa di una viva, inspiegabile, perturbante magia, diversa da quel “There is no alternative”, che amava ripetere Margaret Thatcher, riferendosi al capitalismo.
“A noi che abbiamo trent’anni oggi non ce lo hanno nemmeno mai detto, tanto era evidente che non c’erano alternative al capitalismo – raccontano.
A volte la notte non dormiamo, stretti al cuore e alla testa da una strana ansia che non sappiamo dire, pieni di domande vaghe e spaventose. Forse è il terrore che si spengano anche le ultime scintille di noi.
Come sempre la risposta è fuori dalle mura di casa, all’esterno, in una passeggiata. Forse camminando possiamo cogliere ciò che, dentro al capitalismo, ancora non è identico, conserva una propria forza autonoma, una sorta di sottile magia che viene da lontano e ancor più lontano conduce”.
Capitalismo magico inaugura il progetto che Contatto Blossoms dedica alla compagnia bolognese Kepler – 452 che rimarrà protagonista a Udine della stagione del CSS con un altro suo spettacolo, Lapsus urbano, il primo giorno possibile, un progetto di Enrico Baraldi e Nicola Borghesi con il drammaturgo Riccardo Tabilio e la supervisione musicale di Bebo Guidetti.
Si potrà partecipare allo spettacolo - che è un’esperienza itinerante audioguidata per piccoli gruppi di spettatori – nelle giornate 1-2-3 / 12 / 18-19-20-21/ 25-26-27-28 agosto, con inizio alle ore 19.30
e 1-2-3-4 / 9-10-11-12-13 / 15-16-17-18-19 settembre, con inizio alle ore 19.00. Il punto di ritrovo è l’esterno Chiesa di S. Francesco (Prevendite: Biglietteria Teatro Palamostre).
“Lapsus urbano - spiegano i Kepler 452 - è una performance concepita nei giorni in cui il «fuori» sembrava un luogo lontano e utopico, nel momento più cupo delle restrizioni alla mobilità, alla socialità e al lavoro, quando la routine delle nostre vite veniva squassata e ribaltata dalle fondamenta, e quando il teatro – con i suoi cicli e le sue produzioni – si trovava da un giorno all’’altro polverizzato. Programmatico fin nel titolo, Il primo giorno possibile ha la forma di una lettera dal passato per il «giorno zero» del futuro”.
Gli spettatori saranno chiamati a misurare il loro presente con il futuro utopico immaginato dagli autori; a reagire alle domande poste nelle cuffie, a guardarsi in faccia, a contarsi, a prendere posizione o a emozionarsi di fronte all’evocazione del mondo utopico del dopo epidemia. Una sfida per raccontare e custodire la memoria del presente, attraverso la lente di un momento storico di isolamento e privazione, che richiede di essere riconosciuto come un momento collettivo.