Un emblema per parlare di ogni discriminazione. Una storia che non dà risposte ma continua a creare domande, per riflettere su quello che è accaduto e che continua ad accadere, dentro un’umanità senza memoria.
Lo spettacolo Auschwitz, una storia di vento esplora attraverso gli occhi dei fratelli JouJou e Didier, due adulti, che sono stati bambini ad Auschwitz, il racconto della loro storia dentro la Storia: la vita di due bambini, prima normale e poi sconvolta dalla discriminazione contro gli ebrei, e poi il viaggio verso il campo di concentramento e la vita all’interno, ricordi che affiorano da quel tempo tragico che negava la vita e poi se la portava via.
Inserito nella Stagione Contatto TIG Teatro per le nuove generazioni, ideata dal CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, è in scena in matinée riservata per gli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado venerdì 11 e sabato 12 gennaio al Teatro S.Giorgio di Udine. Lo spettacolo sarà poi in tournée e farà tappa nei teatri delle città di Prato (ex celle frigorifere Officina Giovani), Milano (Teatro Bruno Munari), Castelmaggiore (Teatro Biagi D’Antona), Roma (Teatro Quarticciolo) e Rimini (Teatro degli Atti).
Auschwitz, una storia di vento trae ispirazione dall’omonima app interattiva per ragazzi ideata e realizzata da Franco Grego per la casa editrice udinese il paragrafoblu e diventa sotto la guida di Fabrizio Pallara, regista e fondatore del teatrodelleapparizioni, un racconto multimediale di parole e immagini animate.
Il CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e prospettiva T teatrino del Rifo in collaborazione con la compagnia triestina Mamarogi affascinati dall’incontro con un racconto che si sfoglia sullo schermo di un tablet capace di raccontare ai bambini l’orrore dell’Olocausto, coinvolgendoli attraverso l’interattività dei dispositivi elettronici a loro così familiari, ha deciso di svilupparne le potenzialità e di adattarlo per il palcoscenico e ai linguaggi del teatro.
Lo spettacolo vede protagonisti in scene due attori – Roberta Colacino e Manuel Buttus e grazie alle scene e i costumi realizzati dall’artista Luigina Tusini e a un supporto visuale creato dall’illustratore Massimo Racozzi, propone una vera e propria partitura di senso e di narrazione per immagini e sollecitazioni visive con cui gli attori sono in continuo dialogo. Adriano Giraldi è assistente alla regia.
Auschwitz, una storia di vento diventa così un diario, fatto d’immagini, emozioni, di suoni e musiche, di spazi, di persone e di vento, e poi il cancello di Auschwitz al centro della scena, come monumento, confine sottile tra umano e disumano. Un emblema per parlare di ogni discriminazione. Una storia tra mille: i giochi e la fantasia per sfuggire all’orrore, per vedere al di là del filo spinato, oltre la neve, oltre il vento che sempre soffiava, e trovare una flebile speranza, il miraggio del ritorno a casa.