San Giorgio di Nogaro | Auditorium San Zorz
January 17, 2024
Fino a quando la mia stella brillerà
Storia di Liliana Segre
dagli 11 ai 13 anni – scuola secondaria di I grado
CREDITSdrammaturgia Daniela Palumbo
direzione tecnica Alberto Gottardi
sound designer Marco Labruna
con il sostegno di Zaino Foodservice Srl e mpg.cultura
con il patrocinio di Associazione Figli della Shoah e Comunità Ebraica di Venezia
in collaborazione con La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale - Vicenza
spettacolo in collaborazione con Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie - coordinamento di Udine
durata 60’
teatro d’attore
“Perché non posso più andare a scuola papà?” “Perché siamo ebrei, Liliana”
Una storia dolorosa, indimenticabile, quella di Liliana Segre che a soli 13 anni viene deportata nel campo di concentramento di Auschwitz e liberata dopo un anno e mezzo di prigionia, oggi Senatrice della Repubblica e testimone della Shoah. Una storia di cui il mondo deve farsi portatore per tramandare quello che è stato e che non deve mai più accadere.
La storia è raccontata da Eleonora Panizzo attraverso un monologo pensato in modo specifico per essere fruibile anche da un pubblico giovane, dagli undici anni in su.
Basato sul libro di Daniela Palumbo e Liliana Segre, lo spettacolo scritto da Daniela Palumbo ci parla in modo semplice, diretto.
Come si può raccontare l'orrore della Shoah anche ai giovanissimi? Ma ancora: come può essere che ragazzi e ragazze di quell’età quell'orrore lo abbiano vissuto?
Accanto alle testimonianze scritte, visive, sonore, centro imprescindibile della memoria delle leggi razziali, del fascismo, dei campi di sterminio, il teatro può farsi strumento cruciale nell'educazione delle nuove generazioni, un mezzo per fare, in un contesto protetto e condiviso, l'esperienza di "mettersi nei panni di".
Con pochissimi semplici oggetti, il suo corpo e la sua voce, Eleonora Panizzo ci accompagna nel percorso storico ed emotivo di una ragazzina, poco più che bambina, costretta a vivere l'orrore della Shoah, una storia di legami familiari infranti, deportazione, indicibile sofferenza, e infine liberazione e lenta rinascita.
Nel farlo, ci rende tutti potenziali testimoni, e ci ricorda che potremmo esserne potenziali vittime, e potenziali perpetratori: ci indirizza a consegnare alle nuove generazioni la memoria di quello che è stato possibile lasciar accadere, e avviarle alla responsabilità di decidere, come gli adulti di domani, quello che accadrà.
La cultura resta l’unico strumento per combattere l’odio, la violenza, la discriminazione. È Liliana che ci insegna tutto ciò e noi con questo spettacolo, la aiutiamo a portare avanti questo messaggio.