Cervignano | Teatro Pasolini
March 13, 2017 ore 21:00
La bastarda di Istanbul
La bastarda di Istanbul è uno spettacolo necessario tratto da un libro altrettanto indispensabile. Un’opera al tempo stesso drammatica e divertente che dà voce non solo agli sconfitti, a quella parte del popolo armeno che esattamente cento anni fa fu vittima di un disumano sterminio, ma anche a quella parte della società turca costretta a vivere nella rimozione di antiche colpe siano esse storiche che familiari. Poco più di due ore, per uno spettacolo che scorre senza intoppi e che nell’ultima mezz’ora riesce a rapire lo spettatore grazie a una tensione scenica palpabile e ammaliante. Una sapiente dosatura degli ingredienti il cui esito è un continuo sold out, e un pubblico che, uscito dalla sala, continua a parlare entusiasta delle emozioni percepite durante la messa in scena.
LA VICENDA. La giovane Asya è una bastarda. Nessuno nella sua casa di Istanbul - un gineceo popolato di mamme, zie e nonne - le sa dire o le vuol dire chi è suo padre. L'unico uomo di casa, lo zio Mustafà è da tempo emigrato in America. Rose è una donna americana sposata a un immigrato armeno discendente da una famiglia scampata all'eccidio del 1915. Una famiglia talmente invadente che Rose, pur avendo una figlia, divorzia e si risposa, per ripicca, con un turco: Mustafà. Qualche tempo dopo, Armanoush, la figlia di Rose decide di andare di nascosto a Istanbul, presso la famiglia del patrigno, per ritrovare le proprie radici armene. Frequentando la cugina Asya, la sua famiglia e i suoi amici, si accorge di non odiare affatto i turchi. Un segreto lega la Turchia all'America, i turchi agli armeni, Asya ad Armanousch. Un segreto che forse non verrà svelato. Un segreto che ha l'aspetto di un'antica spilla di rubini a forma di melograna. “È una trama complessa quella de La Bastarda di Istanbul, spettacolo tratto dal famoso romanzo di Elif Shafak, una delle scrittrici più influenti della letteratura turca contemporanea. «una meravigliosa saga inter-etnica, sperimentando una drammaturgia epica dove i personaggi si raccontano in terza persona». I nomi si susseguono, le immagini si rincorrono e i personaggi vivono la loro vita sulla scena. Le vite si intrecciano, il sospetto si trasforma in amicizia e vecchi segreti vengono a galla portando con sé conseguenze tanto gravi quanto indispensabili. La vita, com’è indispensabile che sia, va avanti; lo spettatore si sente in balia delle onde ma non viene mai abbandonato a se stesso. Quasi come un Virgilio dantesco infatti Banu, la maggiore delle sorelle Kazanc? interpretata dalla splendida Serra Yilmaz, lo guida nei sentieri della storia, lo culla e si prende cura di lui. È lei che, con ironia e passione, muove gli ingranaggi di questa macchina teatrale ben congegnata. La recitazione dell’attrice turca è caratterizzata da una naturalezza fuori dal comune, ogni suo gesto è indispensabile alla narrazione e ogni sillaba che esce dalla sua bocca non potrebbe essere pronunciata in nessun altro modo. Martina Di Marcoberardino - Persinsala 2015