Udine | Teatro Zanon
13-18 aprile, ore 18 - 18:45 - 19:30 - 21 - 21:00 - 22:30

Dioniso - Tragedia del Teatro

Nove spettatori investiti dal mito, sedotti da Dioniso. Nove testimoni che in poco più di mezz'ora il teatro può trasformare in protagonisti, da quieti voyeur seduti in platea ad oggetto stesso di spettacolo.

CREDITS
year
1999
text
da Le Baccanti di Euripide
directed by
musica e regia Massimo Munaro
cast
Fiorella Tommasini, Antonia Bertagnon, Robeerto Domenighetti, Alessandro Gasparotto, Veronica Mulotti, Martina Monetti, Cristiano Cattin, Massimo Furlano, Larissa Cioverchia, Barbara Bellini, Adriano Baccaglini
set & lighting design
elementi scenici Ulderico Schettini e Martino Ferrari
production
Teatro del Lemming

La loro opera prima, Edipo - una tragedia dei sensi aveva già colpito e coinvolto il pubblico udinese due estati fa, anche per la sua somiglianza con un altro spettacolo amatissimo dal pubblico di Teatro Contatto: Il labirinto di Orfeo, prodotto dal CSS di Udine. Ora il Teatro del Lemming prolunga l'esperienza di quel teatro che aveva come suo centro il coinvolgi mento sensoriale e perfino drammaturgico dello spettatore presentandoci uno spettacolo ispirato alle Baccanti di Euripide. Nove spettatori a turno vengono introdotti, accompagnati e via via calamitati in un rito teatrale seducente e misterioso che distoglie lo spettatore da! suo ruolo di distaccato voyeur, la tragedia di Penteo ridiventa qui la nostra tragedia, che è quella della separazione, della dualità. Che è anche dualità di attore e spettatore, la vendetta di Dioniso verso Penteo e le figlie di Cadmo include la vendetta del dio del Teatro verso un pubblico che ha da tempa smesso di comprendere e praticare la sua reale natura. Il rapporto Baccanti/Penteo, che qui è come dire Attori/Spettatori, diventa qui tragico così come ci è consegnato dal mito, nello speculare rovesciamento dei ruoli.

Il dio a teatro ha da molto tempo smesso di sorriderei. Il gioco rappresentativo, esautorato ogni stupore, ci appare come una mera finzione che non inganna più nessuno. E allora abbiamo immaginato che Dioniso, dio del teatro e da questi escluso e ripudiato, scenda dal suo Citerone fino al centro della città per reclamare il suo spazio, per consumare la sua vendetta.
(Massimo Munaro)

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