Udine | Teatro Palamostre
March 10, 1993
March 14, 1993
Le tentazioni di Toni
In un deserto africano attraversato da rally, Toni, pilota della Parigi-Dakar, dirottato da una forza metafisica, si perde per confrontarsi con una dimensione a lui, finora, sconosciuta.
CREDITSluci Alberto Bevilacqua
Le tentazioni di Toni, primo momento di una trilogia inaugurata con lo spettacolo Gloria (prodotto dai Teatri di Thalia nel dicembre '91), è un atto unico di grande e notevole inventiva, in cui si possono riscontrare quel rigore stilistico e quella originalità maturata da Andrea Taddei durante un lungo itinerario artistico, che lo ha visto regista di uno dei più interessanti gruppi di ricerca teatrale degli anni ottanta: "Padiglione Italya", oltre che di spettacoli prodotti dal Centro per la Ricerca e la Sperimentazione Teatrale di Pontedera, dall'ATER, dal Festival di Santarcangelo, dal Consorzio Teatro Settimo Cabaret Voltaire, ed altri. Si tratta di uno spettacolo in cui le immagini, arricchite da un'inesauribile inventiva scenica, si fondono in un armonico "disegno" che richiama l'iconografia medioevale. Una visione animata da un linguaggio che, con leggerezza ed ironia, si compone intrecciando abilmente, con ritmi ed assonanze, giochi di parole e luoghi comuni, citazioni e riferimenti colti. In un deserto africano attraversato da rally, Toni, pilota della Parigi-Dakar, dirottato da una forza metafisica, si perde per confrontarsi con una dimensione a lui, finora, sconosciuta. La velocità e le parole del mondo che Toni ha lasciato si convertono in immobilità e silenzio, intuizione di Dio. La scoperta dello spirito lo espone, però, alle insidiose prove che la notte sahariana ha pronte per lui: un Tentatore chiacchierone in tutti i suoi travestimenti, mescolando teologia e automobilismo, cercherà di convincere il protagonista a lasciare la sua vantaggiosa posizione, sospesa in aria, in alto sul tetto dell'auto arenata nella duna. Toni, evidentemente impreparato all' esperienza mistica che sta vivendo suo malgrado cercherà nel silenzio e nella non-conoscenza la forza in grado di sostenerlo al di sopra dei pericoli. Il sopraggiungere dell'alba libera il surreale eremita dalle presenze notturne, ma i fantasmi annunciano la loro riscossa per la notte successiva.
Alberto Bevilacqua