L'assenza, un'ombra nel cuore
Il sogno di un uomo che tenta di ritrovare la sua sposa al di là dei limiti dell'esistenza, di riportarla a sé cercandola nel vuoto della sua Assenza.
CREDITSluci Alberto Bevilacqua
Il modo di fare, produrre teatro, può essere un segnale di vitalità e di diversità nel teatro. Il processo produttivo, di studio e messa in scena di un testo o di un'idea, determina lo spettacolo nei suoi esiti artistici forse molto di più di quanto si sia portati a credere: il clima, l'ambiente in cui nasce e si sviluppa un'idea fino a diventare prodotto finito per gli spettatori, ne può determinare la qualità e le caratteristiche di forza, precisione, incisività, verità di comunicazione.
Il clima che si è creato in questi anni fra registi, attori e organizzatori che lavorano all'interno del nostro Centro teatrale crediamo abbia permesso di costruire un percorso felice di invenzione teatrale: la libertà di creazione, la condivisione di idee, l'osmosi tra nuclei di persone di diverse concezioni di teatro, stanno offrendo una grande ricchezza e originalità di produzione teatrale.
L'assenza, un'ombra nel cuore nasce in questo contesto, dalle idee, dalla scrittura e dal lavoro di Rita Maffei e Fabiano Fantini, attori nati artisticamente in Friuli con il CSS e parte di questo ambiente creativo (indipendentemente dall' emigrazione di Fantini al Teatro dell'Elfo di Milano), alla loro prima prova come autori e registi.
Uno spettacolo che nasce con la volontà di aprire spazi a nuove forze creative, con la convinzione che in questo tipo di approccio progettuale risieda una parte importante del ruolo della ricerca teatrale; ma che ci segnala anche concretamente la crescita costante di una capacità creativa assai significativa, in un quadro nazionale spesso in preda ai timori del rischio e alla ricerca di certezze certe, di garanzie artistiche in fase produttiva, che certamente non aiutano la crescita del teatro e del pubblico italiano.
Rita Maffei e Fabiano Fantini ci mostrarono il primo studio dello spettacolo in forma di mise en scene su palcoscenico, una proposta forte, intensa e significativa di un personale percorso teatrale, costruito su riferimenti colti e di esperienze vitale, allusivo e fortemente emotivo; in quella occasione ha cominciato a farsi strada l'idea di un teatro dell'emozione che si è poi delineata nei lavori proposti nella stagione 1994/1995, che ne è anzi diventato la linea portante; emozione e ragione, accostarle come fanno Maffei e Fantini nello spettacolo in una sorta di dialogo di sguardi e di parole, è diventato il senso di una stagione, forse non solo, di uno stile di lavoro.
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prima assoluta
13 dicembre 1994
Teatro Contatto
Udine, Spazio Teatro Capannone