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Udine | Teatro Palamostre
12 aprile 2014 ore  21:00

M.E.D.E.A. Big Oil

locandina
anno
2013
testo
Terry Paternoster
regia
Terry Paternoster
interpreti
Collettivo Internoenki
Maria Vittoria Argenti, Teresa Campus, Ramona Fiorini, Chiara Lombardo, Terry Paternoster, Mauro F. Cardinali, Gianni D’Addario, Donato Paternoster, Alessandro Vichi
produzione
Collettivo InternoEnki
Vincitore Premio Scenario per Ustica 2013

#MedeaBigOil, la #Basilicata petrolizzata sotto schiavitù monopolista e inquinante. 10 attori con la forza di un coro tragico contemporaneo

Per il fine stagione si scatena sulla scena di Contatto l’energia contagiosa e civile del Collettivo InternoEnki, la compagnia vincitrice del Premio Ustica 2013 con il suo M.E.D.E.A. Big Oil, una vibrante denuncia sul devastante dominio monopolistico delle multinazionali del petrolio in Basilicata. Il Collettivo è composto da ragazzi e ragazze che lavorano coraggiosamente e incessantemente alla costituzione di un teatro dissacrante e politico, civile e di ricerca, alla riscoperta di un linguaggio in grado di comunicare l’oggi e di trasformare la scena in uno strumento d’arte e controinformazione.

Conclude la serata, dalle ore 22, un  dj set di Bashboomb, l'ultimo progetto musicale di Alessandro Ruzzier, artista dall'identità e creatività poliedrica e trasversale, dalle arti visive alla musica elettronica. Il sound di Bashboomb è un mix di sonorità e ritmi che vanno dal funky al breakbeat, dal reggae alla drum'n'bass, anima black and soul innestata su un sound elettronico party oriented.


M.E.D.E.A. Big Oil è una rielaborazione piuttosto anticonvenzionale ma attuale del mito di Medea: siamo nella Basilicata di oggi sventrata dalle trivellazioni. L’eroina barbara diventa allora una donna lucana disattesa nelle promesse e tradita da Big Oil-Giasone, ruolo simbolico affidato a una compagnia petrolifera, sullo sfondo del dissesto ambientale della Val d’Agri. La promessa d’amore dello straniero in questo caso coincide con la crescita economica e di progresso di un paese che regala ricchezza in cambio di povertà, mentre Medea è metafora di una chiusura mentale che la fa vittima e carnefice insieme. A riverberare la sua stoltezza, il mormorio animalesco di un popolo-branco, un Coro che è evocazione di un’umanità divisa fra miseri e potenti.

Il tragico che vogliamo raccontare è quello del Sud dei nuovi sottoproletari, secondo un filtro politico: il contrasto fra cultura barbara e primitiva con la cultura moderna e neocapitalistica. Parliamo di “realtà del tragico” annichilenti: in Val d’Agri l’incidenza tumorale supera largamente la media nazionale. La documentazione concernente la crisi geo-politica lucana è stata raccolta in un archivio di testimonianze che i cittadini hanno messo a disposizione del progetto, a raccontare una realtà in cui oggi M.E.D.E.A. è il nome di un Master organizzato e gestito dalla Scuola Enrico Mattei e fortemente voluto da Eni. Fatalità.
Terry Paternoster

www.internoenki.com

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