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L'Anfitrione di Plauto nella riscrittura di Teresa Ludovico in scena a Contatto

L’Anfitrione opera tragicomica scritta da Plauto intorno al 200 a.C. diventa oggi uno spettacolo teatrale diretto da Teresa Ludovico. La regista barese trasloca la vicenda tebana in un’atmosfera bollente e schizofrenica del Sud, in cui altalenano sei attori e un musicista, tra la Terra e l’Olimpo.

L’Anfitrione è in scena sabato 9 marzo ore 21 al Teatro Palamostre di Udine per la Stagione Teatro Contatto 37 del CSS Teatro stabile di innovazione del FVG. Al termine, Teresa Ludovico e la compagnia incontrano il pubblico.

Gli attori Michele Cipriani, Irene Grasso, Demi Licata, Alessandro Lussiana, Michele Schiano di Cola, Giovanni Serratore e il Maestro Michele Jamil Marzella si rincorrono vorticosamente alla ricerca della propria identità, in un gioco di scambi, di scherzi, di falci e di malintesi, in cui gli uomini e dei raccontano l’attualità del mondo.  La coreografia è firmata da Elisabetta Di Terlizzi, lo spazio scenico e le luci sono a cura di Vincent Longuemare.

Il doppio, la costruzione di un “Io” fittizio, il furto o la perdita dell’identità garantita da un ruolo sociale, sono i temi – per molti versi ancora attualissimi – del classico di Plauto, riscritti in chiave moderna nello spettacolo L’Anfitrione.

Teresa Ludovico
crea con L’Anfitrione, spettacolo prodotto da Teatri di Bari, una coralità multiforme e tragica che però agisce come un contrappunto grottesco e farsesco in uno spazio che disegna doppi mondi: divino e umano. Un andirivieni continuo tra un sopra e un sotto, tra luci e ombre. Realtà e finzione, verità e illusione, l’uno e il doppio, la moltiplicazione del sé, l’altro da sé e il riflesso di sé, si alternano in un continuo gioco di rimandi, attraverso la plasticità dei corpi degli attori, le sequenze di movimento, i dialoghi serrati e comici.

“Anfitrione e Alcmena - racconta la regista, attrice e direttrice del teatro Kismet di Bari - ci appaiono figure di un mondo tutt’altro che tranquillizzante: un mondo dominato dalla violenza fisica, in cui la vendetta privata è l’unica forma di giustizia, esattamente come nelle dinamiche che prosperano nelle organizzazioni criminali, nelle mafie e camorre di ogni genere e livello.
Durante il racconto- continua Teresa Ludovico - il dio provò, per la prima volta, un’ilarità che poi si premurò di lasciare in dono agli uomini. “Abbandonato il regno delle metamorfosi, si entrava in quello della contraffazione” Incipit Comoedia (R. Calasso). “Aprite gli occhi spettatori, ne vale la pena: Giove e Mercurio fanno la commedia, qui” (Plauto). 
Da quel momento nelle rappresentazioni teatrali il comico e il tremendo avrebbero convissuto e avrebbero specchiato le nostre vite mortali ed imperfette.
Dopo Plauto in tanti hanno riscritto l’Anfitrione e ciascuno l’ha fatto cercando di ascoltare gli stimoli e le inquietudini del proprio tempo. Ho provato a farlo anch’io. Ho recuperato gli antefatti mitici della storia di Plauto e ho così collocato la storia originale in una Tebe che somiglia a quelle delle nostre città dove i clan controllano i territori, dettano leggi e uccidono per difendere il così detto onore. Ecco che Slcmena, “donna d’onore” accetta di sposare l’assassino del padre in cambio della vendetta per i fratelli, e poi, fedele ai patti, lo ama e lo rispetta” conclude la regista.

BIGLIETTERIA TEATRO CONTATTO: Teatro Palamostre, piazzale Paolo Diacono 21, da lunedì a sabato ore 17.30 - 19.30 tel +39 0432 506925, biglietteria@cssudine.it, www.cssudine.it – Prevendita online sul circuito Vivaticket